Il Turismo merita l’uso della maiuscola in Valle d’Aosta, terra di montagna alpina per eccellenza.
Il settore è una realtà in crescita e, senza tracciarne la storia più remota, è indubbio di come - lungo il percorso dal dopoguerra ad oggi - abbia avuto un incremento enorme a beneficio della comunità. I numeri lo dimostrano.
Il turismo rappresenta, infatti, uno dei motori dell'economia della Valle d'Aosta, contribuendo in modo significativo al suo Prodotto Interno Lordo (PIL). Il peso del settore è evidente se si considera che le attività turistiche, commerciali e di ristorazione, insieme ad altre attività di servizio, occupano complessivamente circa il 22% del prodotto regionale. Ma il settore dei servizi, che include il turismo, costituisce oltre il 78% del valore aggiunto totale della regione.
Le imprese turistiche in Valle d'Aosta sono circa il 18% del totale delle imprese regionali, una percentuale nettamente superiore alla media nazionale del 10,4%.
Il turismo significa un insieme di servizi assai vari e talvolta distanti dal "core business" vero e proprio. Non è sbagliata la considerazione di come, alla fine, l'intera comunità, per riffa o per raffa, finisca per contribuire al successo complessivo del nostro turismo. E ogni valdostano finisca per avere a che fare con i turisti che ci visitano , che ritengo possano godere di un’accoglienza di qualità sempre più crescente nel tempo. E l’accoglienza è una delle chiavi del successo.
L’intenzione di farlo sempre meglio è dimostrata, in modo plastico, dal simbolo adottato dal turismo valdostano dal 2004: un cuore rosso, nell’evocazione di una simbolistica alpina preesistente.
Ricordo, ad esempio, la bandiera dei walser - antico popolo delle Alpi- dove figura un cuore rosso e bianco, con dieci stelle a rappresentare le dieci colonie : walser italiane (Ayas, Gressoney, Issime, Alagna, Rima, Rimella, Macugnaga, Formazza, Ornavasso e Carcoforo). Il cuore simbolegga l’amore per la terra d’origine, per il proprio paese, per la famiglia.
Ecco perché il simbolo del Turismo valdostano mi piace e lo scelsi non a caso come una sorta di apertura della nostra terra agli ospiti che la scelgono per le loro vacanze.
Questo avvenne, quando ero assessore al turismo nel Governo regionale e ebbi modo di dire di questo cuore rosso valdostano, che palpitava di storia, cultura e tradizione. Il marchio fu stato scelto tra circa trecentocinquanta proposte presentate all'apposito bando del concorso internazionale. Venne realizzato da "Narcisi & Siva", di Milano e appare ad una prima visione appunto come un cuore rosso, mentre poi si vedono al suo interno elementi della cultura e della tradizione valdostana, come grolla, la coppa dell'amicizia, oggetti dell'agricoltura, flora e fauna, una piccozza, uno sciatore, monumenti e altri simboli caratterizzanti.
Ogni tanto c’è chi vorrebbe averne uno nuovo e capisco certe velleità. Tuttavia, quando un marchio si è affermato nel tempo e lo si è ormai declinato in vari colori, a seconda delle necessità, mi parrebbe uno spreco e un errore per l’evidente affezione che ha saputo dimostrare.
Resta il fatto che il Turismo è un volano essenziale per tutte le Alpi e la Valle d’Aosta - lo dico con evidente sentimento di parte - resta, pur nella piccolezza del suo territorio, una nicchia di straordinaria bellezza e piena di attrattive raccolte nell’anfiteatro delle sue montagne.