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21 set 2025

La mia vita e la politica

di Luciano Caveri

Capita di riflettere, in epoca di campagna elettorale, sul percorso politico della propria vita. Mi rivedo, giovane studente, militante – assieme ad altre mosche bianche – della Jeunesse Valdotaine. Era un’appartenenza ancora legata a motivi familiari, quasi scontata, perché provenivo da una famiglia calata da sempre nel mondo autonomista sin dai tempi della Jeune Vallée d’Aoste e poi con la fondazione dell’Union Valdotaine. Poi il fuoco del giornalista mi ha avvampato sin da quell’età adolescenziale in cui uno cerca confusamente una propria strada. Quel misto di impegno e fortuna mi ha portato al risultato: prima radio e tv private e poi ventenne giornalista alla RAI. Quello sembrava il cursus honorum cui ero destinato. Nel 1987, invece, sono inciampato nelle elezioni politiche in una specie di mission impossible, da cui uscii vincitore e cinque anni dopo la sfida fu ancora più difficile ma egualmente vincente per evidente e schiacciante volontà dell’elettorato valdostano. Altre due elezioni successive mi portarono a Montecitorio, dove nel frattempo avevo inanellato alcune cariche che mi fecero crescere, come Presidente del Gruppo Misto, Segretario di Presidenza, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e una girandola di emendamenti e leggine approvate alla Camera, che sono ancora oggi ben visibili nei resoconti parlamentari. Occhio particolare ai problemi della montagna e alle minoranze linguistiche, come dovere per un valdostano a beneficio proprio e degli altri. Rivendico anche importanti modifiche migliorative del nostro Statuto di Autonomia. Mi trovo al posto giusto al momento giusto, nell’ultimo tratto dell’esperienza a Montecitorio, per le elezioni europee del 1999, quando – con un exploit inaspettato – sono primo die non eletti nella lista Democratici-UV e divento parlamentare europeo, ottenendo poco dopo l’incarico di Presidente della Commissione del Parlamento europeo in materia di Trasporti, Politiche regionali e Turismo. Rientro in Valle con le elezioni regionali del 2003 con un visibile successo di preferenze. Per giochi interno all’UV non ottengo la Presidenza, malgrado l’evidenza del dato e divento Assessore, ottenendo poi la Presidenza due anni dopo. Mi candido di nuovo in Regione nel 2008, con un clima ostile per giochi interni al Mouvement, e scelgo di non avere nella Legislatura conseguente nessun ruolo, se non quello di consigliere semplice, con l’unica eccezione del mantenimento del seggio al Comitato europeo delle Regioni, di una presenza al Consiglio d’Europa e quale membro della Commissione Paritetica fra Valle d’Aosta e Stato. Rientro in RAI come Capostruttura della sezione di Programmazione della RAI di Aosta e sul piano politico c’è in quegli anni la rottura con l’UV attraverso la nascita dell’Union Valdotaine Progressiste e poi di MOUV’ con cui mi candido con successo nel 2020, ottenendo il ruolo di Assessore e restando nel Comitato delle Regioni. Ho sintetizzato, lasciando per strade alcune cose, come l’esperienza – questa dove leggete – di caveri.it (su cui esiste una biografia che registra in modo più puntuale le mie altre esperienze), che mi consente di tenere viva la mia voglia di scrivere e di comunicare, quanto faccio di rimbalzo anche su X e LinkedIn, ma sto pensando di affiancare allo scritto anche un Podcast. La Politica è passione e servizio umile nei confronti dei cittadini. Penso immodestamente di avere raggiunto buoni livelli di competenza e contatti utili per la Valle e il suo futuro. “Vendere” sé stesso in campagna elettorale è sempre un esercizio difficile e il sistema elettorale vede, per così dire, un doppio fronte. Da una parte i candidati delle altre liste e poi, all’interno, un gioco di preferenze che vede i 35 candidati alleati e avversari nello stesso tempo, come giustamente prescrive una tenzone democratica nelle mani del corpo elettorale.