Quando si comincia a fare il giornalista, esiste una regoletta che viene dal giornalismo anglosassone, che si chiama delle quattro ”W”.
Nel senso che un articolo dovrebbe rispondere grossomodo a quattro interrogativi.
Who → Chi? (chi è coinvolto);
What → Cosa? (che cosa è successo);
When → Quando? (in quale momento);
Where → Dove? (il luogo dell’evento);
Why → Perché? (il motivo, le cause).
Credo che lo spunto possa risultare utile anche per le elezioni regionali in Valle d’Aosta in vista ormai delle urne e si sa quanto questo approssimarsi obblighi a rendere sempre più comprensibili le ragioni di una scelta, quando si avrà in mano la scheda elettorale e la matita copiativa.
Mischiando la lista, si potrebbe cominciare dal ”Dove”. La Valle d’Aosta, naturalmente. Vale anzitutto - per posizionare la risposta - la nozione storica, che richiama il ruolo motore che ha avuto l’Union Valdôtaine, dopo la sua fondazione nel lontano 1945. Nella nascita della Regione autonoma come la conosciamo oggi il suo ruolo di protesta e di stimolo politico e culturale fu indispensabile e essenziale. Se vale dunque una collocazione fisica e geografica questa perimetrazione giuridica - una Regione autonoma- resta il luogo essenziale contro follie macroregionali o rimessa in discussione delle nostre libertà.
Resta valido anche il “Perché”. Ci sono tutte nell’incipit del decreto luogotenenziale del 1945 all’Art. 1 Art. “La Valle d'Aosta, in considerazione delle sue condizioni geografiche, economiche e linguistiche del tutto particolari, è costituita in circoscrizione autonoma”. Quel geografiche inerisce almeno due cose: il suo territorio interamente montano che obbliga ad avere una legislazione particolare e particolari condizioni di amministrazione sul territorio, che tenga conto appunto della sua economia peculiare. E l’aspetto linguistico è condizione altrettanto essenziale (francese, patois e parlate Walser), ma oggi gioca come rafforzamento l’integrazione europeista - nel solco di una storia e cultura comuni - con le confinanti Francia e Svizzera.
Il “Quando” è l’oggi con una sfida elettorale attuale e bruciante per la posta in gioco in questa temperie politica e in questo periodo storico complesso e persino minaccioso. In un mondo vittima di una crisi della democrazia con autocrazie preoccupanti e estremismi che fanno somigliare estrema destra e estrema sinistra la pozione mediana, autorevole e tranquillizzante dell’Union Valdôtaine e una garanzia di equilibrio e di impegno.
Sul “Chi” tutto è facile. Sono in gioco i candidati dell’Union Valdôtaine che diventano protagonisti delle concomitanti elezioni regionali e comunali. Persone di diverse estrazione e profilo che si mettono a disposizione di una comunità che conoscono e che nasce dalle proprie energie e potenzialità. Con la forza di conoscere il territorio, i problemi e le loro soluzioni senza che queste soluzioni vengano imposte dall’esterno. “Maître chez nous” significa non farsi imporre da altri dall’esterno quel che dobbiamo fare in settori in cui poteri e competenze ci appartengono. Bisogna confrontarsi con tutti, dialogare con tutti, ma senza diktat o tentazioni colonialiste che vogliano imporci modelli e soluzioni che non ci appartengono.
Questo in parte riempie già l’ultima voce ”Cosa”, che non è altro che l’ampio programma proposto ai cittadini valdostani. Il "Cosa” è la Valle d’Aosta del domani con le tante cose da fare, da migliorare. Un futuro fatto di prevedibilità e temi che d’improvviso bisognerà affrontare, avendo coscienza che solo la capacità di stare assieme, di lavorare assieme può garantire il successo.
Un quadro complesso in apparenza, ma se mettiamo assieme i tasselli vari appena esposti, allora il quadro si definisce nella sua completezza.