Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
04 nov 2023

No alla bambinizzazione dei cani

di Luciano Caveri

Mi sono convinto, guardandomi attorno in altri Paesi, che solo in Italia siamo di fronte ad un fenomeno così esteso di “bambinizzazione” dei cani. Lo avevo usato questo neologismo lo scrittore Michele Serra in una sua intervista, in cui presentava un libro “Osso” per Feltrinelli, in cui racconta la storia di un nonno, di una nipotina e di un cane. Così disse: “La bambinizzazione degli animali domestici, sostitutivi dei bambini che non si fanno più, non mi piace. Le bestie sono bestie ed è il motivo per cui le trovo straordinarie. Dovremmo riscoprire il contatto con il mistero, cani e gatti sono eredi del lupo e della tigre". Invece è evidente una singolare trasformazione in particolare del cane attraverso una sua umanizzazione (Papa Francesco ha usato questo termine ed è stato aggredito…) non solo affettiva ma persino fisica, che non ha nulla a che fare con l’amore per gli animali domestici che ho sempre avuto e curato. Anzi, dirò di più: ho avuto cani e gatti che mi sono serviti per crescere da bambino a ragazzo e poi da adulto sono stati come membri della famiglia. Sempre rimanendo animali non umanizzati in modo grottesco, stravolgendo nei rapporti la loro natura, mancando così di rispetto alla loro e alla nostra condizione Ci pensavo in queste ore a Milano di fronte a esempi ripetuti di cani-bambini, ormai diventati la normalità in uno stravolgimento che spaventa. Ognuno naturalmente può far quel che vuole della sua vita e persino strumentalizzare la vita di animali, cui si fa recitare una parte non loro, violandone di fatto i diritti e la natura nel nome dei nostri interessi. Ma a maggior ragione ci pensavo nel corso di due visite che sarebbero educative per chi confonde le cose e lo scrivo forse peccando di candore. La prima è stata al Museo della Scienza e della Tecnica, certo un passo indietro rispetto al mondo digitale in cui viviamo e alle prospettive incredibili dei mondi virtuali ed immersivi come il Metaverso. Ma la sua fisicità, fatta di oggetti tangibili e dell’evoluzione immaginifica di tecniche di produzione, è sicuramente arricchente anche per bambini ormai abituati a vivere in un altrove e hanno bisogno di adoperare i loro sensi nella realtà. Quel che conta è vedere alla prova la straordinaria capacità innovativa del cervello umano e dei suoi progressi. Capirlo serve anche ad afferrarne il lato oscuro per comprenderlo. Altro esempio educativo è la Pinacoteca di Brera, che racconta di una ricchezza artistica di straordinario valore. Con il picco di personalità di Leonardo Da Vinci e della sua capacità di spaziare in materie diversissime, esempio I inventore e precursore. Anche in questo caso bisogna far aprire gli occhi alle persone, specie coloro che hanno visioni del mondo vagamente masochistiche. Sia chiaro: l’umanità ha i suoi torti e lo vediamo, come esempio, negli scenari sanguinosi di guerra e la violenza intrinseca in troppi nostri comportamenti, ma questo non deve far dubitare dell’ingegnosità,dell’intelligenza, della genialità degli esseri umani. Vorrei per questo, capendo le moltissime ragioni che spingono certe famiglie a rinunciare alla nascita di bambini, che ci fosse un discrimine chiaro tra il mondo animale e noi esseri umani, che pure abbiamo noi stessi una natura animale dentro la Natura nel suo complesso. Ma è indubitabile la progressiva differenziazione dell’essere umano dagli altri animali quale frutto di un lungo processo in cui molti fattori hanno interagito tra loro. Emergono - e mi limito a qualche punto - le particolarità nostre, come il linguaggio articolato, l’intenzionalità condivisa, la capacità di insegnare, il pensiero simbolico e astratto, il progresso culturale, l’autocoscienza. Siamo complessi, difficili, contraddittori, autolesionisti, litigiosi e via di questo passo. Ma è bello pensare a quel che ha scritto Vasco Pratolini: “L'uomo è come un albero e in ogni suo inverno levita la primavera che reca nuove foglie e nuovo vigore”.