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17 ott 2015

La satira, de Gaulle e i Down

di Luciano Caveri

Può una polemica politica scatenare, a catena, una seconda polemica politica? Raccontiamo questa storia, che immagino qualcuno di voi abbia già seguito e che assume un valore esemplare di come certe cose creino delle dissonanze. «Je n'ai pas envie que la France devienne musulmane. (...) Ce ne serait plus la France». Così si è rivolta allo scrittore e regista Yann Moix, in una nota trasmissione televisiva francese, l'europarlamentare del centrodestra "Les Republicains", Nadine Morano. Per inciso ricordo che porta il cognome dell'ex marito, perché lei nasce "Pucelle", corretto in "Pugelle" nel 1976 con le procedure di legge, perché il cognome tradotto faceva "Vergine" (e per una nata in Lorraine ovvio il riferimento a Giovanna d'Arco, la "Pucelle d'Orléans") e penso che per questo la politica fosse da ragazza oggetto di facilmente immaginabili prese in giro.

Mai torniamo alle recenti dichiarazioni. Fino al riferimento ad una Francia non musulmana si può dire si trattasse di normalità, direi per sottrarre voti al "Front National" di Marine Le Pen, che ormai mira alla Presidenza della Repubblica e spinge sul tema immigrazione. In Francia l'argomento è caldissimo, specie con tutta questa storia da prendere seriamente dei jihadisti che minacciano il mondo con i loro crimini. Ma poi ha aggiunto una frase, che è diventata per giorni un tormentone con indignazione e prese in giro terribili: «La France est un pays aux racines judéo-chrétiennes, la France est un pays de race blanche, dans laquelle on accueille aussi des personnes étrangères comme le disait le général De Gaulle». La Morano, già nota per le sue gaffes nella lunga carriera politica, è stata massacrata per questi suoi propositi venati di razzismo ed ha perso di conseguenza - su decisione di Nicolas Sarkozy - il ruolo di capolista alle regionali francesi di dicembre nella sua zona. Ma eccoci alla polemica connessa, sempre sul terreno della correttezza e della giusta misura su temi politici delicati. Riguarda "Charlie Hebdo", la celebre rivista di satira, diventata simbolo di libertà d'espressione in tutto il mondo dopo la strage del gennaio scorso in redazione per mano di due estremisti islamici, che intendevano vendicarsi delle vignette scherzose contro certo mondo islamico. Ebbene, nell'ultimo numero del giornale il disegno di copertina, disegnato dal direttore Riss, ritrae il già citato De Gaulle affranto che con in braccio un bebè somigliante a Nadine Morano. "Morano, la figlia down nascosta di de Gaulle", recita la didascalia Il riferimento è in effetti veritiero, perché uno dei figli del Generale-Presidente, Anne De Gaulle (1928-1948) era in effetti stata colpita dalla "trisomia 21", che in passato veniva chiamata - per i tratti del viso - "mongoloidismo". Diceva di lei De Gaulle: «Anne était aussi une grâce, elle m'a aidé à dépasser tous les échecs et tous les hommes, à voir plus haut». Quando la figlia morì aggiunse con tenerezza: «Maintenant, elle est comme les autres». Particolare singolare: il 22 agosto del 1962, Charles De Gaulle fu vittima di un attentato, ma il proiettile fu intercettato da un ritratto di Anne che era in una valigetta posta nella parte dietro della vettura. Accostare Morano con la figlia disabile di De Gaulle è certamente stato un atto di cattivo gusto, ma la satira è fatta così. Può essere anche offensiva e sgradevole, a seconda delle proprie sensibilità, e può essere pure legittimamente portata in Tribunale, ma gioca la propria partita. Oggi, tra l'altro, è la giornata nazionale delle persone affette da "sindrome di Down": è bene pensarci.