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28 apr 2015

Hôtel de Ville: un Municipio e una Piazza

di Luciano Caveri

Se uno va sul sito "AostaLife" trova anche una sintesi del luogo più simbolico di una parte di storia contemporanea della Valle d'Aosta, l'Hôtel de Ville, il Municipio, accompagnato in superficie da altre costruzioni significative. Riporto testualmente il pezzo: "La costruzione del Municipio, in stile neoclassico, è terminata nel 1841. Venne edificato in seguito all'abbattimento del monastero di San Francesco (fondato nel 1352), in posizione strategica, perché al confine tra il "Bourg de Saint-Ours" e la "Cité", due zone fino a diversi decenni prima autonome e dotate ognuna di un sindaco e di un Consiglio. All'esterno del palazzo si trovano due fontane, che rappresentano la Dora Baltea e il Torrente Buthier (principali corsi d'acqua cittadini). Sul tetto, campeggiano un orologio e una meridiana, mentre la facciata ospita lo stemma civico. All'interno dell'Hôtel de Ville s'incontrano vari busti e targhe commemorative in onore dei più importanti personaggi della città e, nell'atrio, si può ammirare il plastico della Valle d'Aosta. Da citare, per gli affreschi della seconda metà del XIX secolo, il "Salone Ducale", sede di cerimonie e ricevimenti. Sulla piazza, intitolata al martire della Resistenza valdostana, si erge il monumento al soldato valdostano (noto anche come "L'Alpino"), realizzato nel 1924 da Piero Canonica. Ad ovest del Municipio si trova l'Hôtel des Etats, edificio che risale al 1730 e che fu il centro della vita politica e amministrativa della Valle d'Aosta, ospitando il "Conseil des Commis". Quest'organo, istituito il 7 marzo 1536, era una sorta di parlamento locale, dipendente unicamente dal Re. Sulla piazza si affacciano, inoltre, diversi edifici di pregio architettonico".

Nella storia della mia famiglia quelle sale del Municipio hanno un significato mica da ridere. Lì il mio bisnonno, Paul Caveri, conobbe - mentre si preparavano le filacce, cioè i pezzi di tessuto che sarebbero serviti per i feriti in battaglia per la guerra del 1866 contro l'Austria – la signorina Herminie - Marie Antoinette De La Pierre - Zumstein del ramo Danielsch, che aveva 24 anni. Vedovo ultracinquantenne, il bisnonno sposò la gressonara ed anche a questa combinazione si deve la mia presenza. Ma torniamo alla significatività dei luoghi e lo è anche per i ritrovamenti nel sottosuolo di epoca preromana e romana. Il Municipio, specie dopo lo Statuto albertino del 1848, fu sede del Consiglio comunale (non eletto a suffragio universale ma con un meccanismo élitario e solo maschile), che fu - sino al Consiglio Valle del 1945, quindi per quasi un secolo - l'organo politico più importante, che si espresse con documenti politici significativi, assieme alla rappresentanza parlamentare della Valle prima a Torino e poi a Roma. Come non ricordare poi, ad un secolo dall'entrata in guerra dell'Italia nella Prima Guerra mondiale, quel monumento ai caduti, citato nel testo. L'uso del francese, anche per il canto in pubblico di "Montagnes Valdôtaines", innervosì i fascisti non poco. Piazza che poi, come ricorderemo il 28 aprile, giorno della Liberazione d'Aosta, fu luogo del tripudio di folla che accolse i partigiani scesi dalle vallate. Quella piazza, non a caso dedicata a Carlo Alberto ed alle libertà derivanti dal suo Statuto, fu poi - con qualche rallentamento di troppo - dedicata ad Emile Chanoux, martire della Resistenza valdostana. Ma sempre il testo citato all'inizio ricorda come il Municipio confini con quel Palazzo che ricorda le antiche istituzioni autonomiste del "Duché d’Aoste", come una parte del cerchio della nostra storia. Aggiungo solo che tante riunioni dell'autonomismo "pre" e "post" statutario hanno visto le sale del Municipio come luogo prescelto. Insomma, se ci fosse una macchina del tempo, stando fermi in quei luoghi, ne vedremmo davvero delle belle. Per fortuna certe vicende storiche, per chi ci crede, possono essere tranquillamente apprese e portate in giro con noi. Ciò permette di avere sempre uno sguardo sull'attualità, ma in un solco che ci fa meglio comprendere tante cose.