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18 set 2014

Prostituzione senza legge

di Luciano Caveri

Quando la sera, ma può capitare purtroppo anche di giorno, passi per strada a Saint-Vincent - paese dove abito, scelto come semplice esempio - osservi l'esito di non aver mai voluto risolvere, con una legislazione al passo coi tempi e nel solco degli standard europei, l'annoso problema della prostituzione. Anche in una cittadina relativamente piccola, pur resa più grande dalla presenza di un Casinò, si nota così il fenomeno squallido dell'attesa delle "professioniste" dei clienti lungo le vie e con qualche bar di riferimento per bere un bicchiere. Capisco che altrove, specie nelle grandi città, la situazione è ben peggiore, ma questo non deve suonare come un fatto consolatorio. Nelle questioni di questo genere non è vero che "mal comune mezzo gaudio".

E nel tempo anche anche in un piccola cittadina alpina, pur con la Casa da gioco come variante, il campionario è cambiato: dalle ben riconoscibile prostitute locali o integrate da anni, ci sono state ondate a secondo dei gusti della clientela: ragazze dell'Est, sudamericane e pure travestiti. Da poco, visto il filone filocinese della Casa da gioco, ci sono anche delle cinesi. L'altra sera, dalle vetrate di un ristorante, ho visto un nuovo comportamento: ragazze con utilitarie di lusso in attesa della clientela, che per altro affluiva copiosa. Alla domanda - come in tutti i mercati - corrisponde un'offerta e su questo, a chi piace questo tipo di mercimonio, direi che non ho nulla da dire. Se non che, così per strada e senza regole vere, siamo di fronte ad una vera schifezza, che deve farci vergognare. Sotto il profilo repressivo osservo che le prostitute nel tempo hanno preso la residenza e dunque è stata spuntata l'arma del "foglio di via". E, conoscendo la debolezza della "legge Merlin", gli strumenti di contrasto sono piuttosto spuntati. C'è chi suggerisce zone a traffico limitato per disincentivare il commercio o multe salate per chi rallenta per conoscere il tariffario, ma si sa che gabbare le norme non è così difficile. E dunque? Sarebbe ora, anche a vantaggio di una fiscalità redditizia per lo Stato che al tempo dei bordelli conteggiava non a caso le "marchette", trovare modalità civili, sapendo che il proibizionismo all'italiana non ha funzionato. Per altro la "legge Merlin" ha la mia età e dunque è - come dire? - "vecchietta" e risulta ormai inefficace, perché chiusi gli incivili casini si è sostituita la prostituzione per strada o quelle - ben presenti in Valle - con l'"acchiappo" via annunci o ormai pure sul Web. Sarebbe ora di svegliarsi anche contro Mafie e tratte criminali di qualunque genere. Evito i soliti discorsi di salute pubblica, che pure dovrebbero far riflettere. Ma in Italia la politica sceglie l'attendismo e così i problemi incancreniscono. Così quando giri per l'Italia o giri per le strade del paese dove abiti provi sempre la stessa vergogna. Non sono bastate proposte di legge, petizioni, dibattiti e manifestazioni: il Parlamento non ci sente, perché l'argomento e delicato. Ma l'inconcludenza e anche gli effetti annuncio sul tema, che sento da decenni, non cambiano le cose. La realtà, dunque, resta avvilente. Non esiste nessuna levità. I versi del grande Fabrizio De André non hanno nessun riscontro: "Via del Campo c'è una puttana gli occhi grandi color di foglia se di amarla ti vien la voglia basta prenderla per la mano". Quella è solo poesia, che nasconde la maschera feroce.