Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
28 lug 2014

Politici

di Luciano Caveri

«Di notte (oppure al buio) tutti i gatti sono neri (oppure bigi)». Il modo di dire è ben conosciuto e si riferisce al fatto che ci sono momenti o situazioni in cui non è possibile scorgere le differenze, che pure esistono. Per altro va aggiunto che il gatto nero ha da sempre un alone di superstizione (io ne ho avuto uno bellissimo, chiamato Balzac). Questo fenomeno dell'indistinguibilità è ben comprensibile nell'eclisse - che crea il buio che tutto rende uguale - della politica. Ora che sono "fra color che sono sospesi", non avendo incarichi elettivi, mi capita - pur essendo nella percezione comune considerato "politico" per i lunghi trascorsi - di godere di maggior libertà in discussioni o incontri in cui emerge l'"idem sentire" dell'antipolitica. Questa circostanza si accentua quando posso godere di una situazione, come può capitare in vacanza, di totale anonimato e lì su politica e politici ne sento di ancora più belle. Così ti viene confermato come si illude chi - me per primo - crede di poter godere di un lasciapassare, che gli consenta di essere oggetto di qualche distinguo. Forse può capitare sino a quando uno non gira l'angolo e basterebbe essere una mosca per sentire quanto non è stato detto in tua presenza. Eppure di politica e politici non si può fare a meno, perché la democrazia passa attraverso la logica della rappresentanza e chi pensa ad una democrazia diretta o addirittura digitale per ora dice una castronata. Illuminante, sulla democrazia, un pensiero del già dimenticato giornalista, sepolto in Valle d'Aosta, Giorgio Bocca: «Assistiamo a un revisionismo reazionario che apre la strada alla democrazia autoritaria, da noi e nel resto del mondo. Uno di quei cicli storici che dimostrano che anche la libertà ha le sue stagioni.[...] C'è stata una mutazione capitalistica, una rivoluzione tecnologica di effetto obbligato: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri ed emarginati. E' questa la ragione di fondo per cui la Resistenza e l'antifascismo democratico appaiono sempre più sgraditi, sempre più fastidiosi al nuovo potere. Padroni arroganti e impazienti non accettano più una legge uguale per tutti, la legge se la fabbricano ad personam con i loro parlamenti di yes-men». Sono dell'idea che certi fatti debbano restare scolpiti. Un amico valdostano, che è eporediese di adozione, mi ha scritto, giorni fa, questa mail: "Frequento l'"Archivio storico Olivetti", sto digitalizzando un settimanale politico "Tempi Nuovi" uscito negli anni 1922 - 1923 - 1924 sul quale scriveva anche Camillo Olivetti. Sovente trovo dei pezzi che sembrano scritti oggi, e sovente li trascrivo. Sul numero del 3 dicembre 24 trovo: "E' questa la tragedia della vita pubblica italiana. L'impreparazione, l'incompetenza, e la petulanza di uomini nuovi, improvvisati, portati da un colpo di fortuna ai maggiori posti di responsabilità, e la insensibilità dei capi, compreso il Duce..." Il giornale chiuse quel mese, venne abolita la libertà di stampa". Sono temi su cui riflettere, cui vorrei aggiungere un elemento ancora. La mancanza, in larga parte del mondo politico, anche in Valle d'Aosta, della profondità della storia a supporto di un'autonomia speciale, che è naturalmente in continua evoluzione. Ho letto una bella intervista su "Paris Match" dell'ancien Président francese, Valéry Giscard d'Estaing, intitolata "Appelle la France à se réveiller", e questa risposta vale in termini universali, anche per la nostra Valle: «Les Français ne se souviennent pas toujours que la France est un pays ancien. On l’oublie complètement dans les discours actuels. On la traite comme si elle avait cinquante ans d’âge, comme s’il s’agissait d’un milieu fragile alors qu’elle a, à peu près, deux mille ans derrière elle et a sécrété une civilisation exceptionnelle : un art de vivre, d’écrire, d’éduquer ses enfants. La civilisation chinoise remonte à la même date que la création de Rome (huit cents ans avant notre ère). Les dirigeants chinois actuels s’y réfèrent toujours en affirmant : “Nous avons une longue histoire derrière nous!” Je n’entends pas les hauts responsables français se prévaloir de notre histoire». Parole sante: anche questo è un elemento per l'antipolitica, la mancanza di radici.