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24 ott 2013

Sono un automobilista... arrabbiato

di Luciano Caveri

Sono un automobilista specializzato nel transito sulla strada statale 26, ogni giorno da Saint-Vincent ad Aosta e ritorno, e sono incazzato nero. Uso l'espressione volgare, perché mi rifaccio ironicamente al comico Gioele Dix con i suoi occhiali da sole, l'aria torva, che recita: «Io sono un automobilista ed essendo un automobilista, sono sempre costantemente incazzato come una bestia». Fino a quando l'autostrada per e da Aosta aveva prezzi umani, la strada statale era diventata, pian piano, un luogo di transito intercomunale e si prestava per un andamento lento, degno di un viaggetto dal volto umano. Poi, anno dopo anno, le autostrade - in senso generale, ma con medaglia d'oro per la "Quincinetto - Aosta", che è la recordman del costo per chilometro - hanno dato i numeri con il placet dello Stato, con tariffe che in altro Paese europeo avrebbero creato sommovimenti popolari. Partiamo dall'Anas: allacciatevi le cinture di sicurezza e partiamo per un viaggetto. La "Treccani" ricorda: "Ente nazionale per le strade, adibito alla gestione e alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e autostrade di interesse nazionale. Fondato nel 1946 con il nome di "Azienda nazionale autonoma delle strade statali", nel 2002 è divenuta società per azioni di proprietà statale, con capitale sociale costituito dalla rete stradale e autostradale". In realtà la creatura del dopoguerra è la nascita dalla proprie ceneri della "Azienda autonoma statale della strada - Aass" che gestiva la rete stradale italiana dal 1928. Insomma, un'eredità di epoca fascista, incardinata prima della Costituzione italiana e del regionalismo di facciata così come realizzato. Dell'autostrada abbiamo detto tante volte: è inutile ripetersi, ma penso che siamo vicini al momento in cui i valdostani concorderanno un blocco dei caselli e qualcuno interverrà sull'emergenza perché esistono livelli che, una volta superati, non creano indignazione, ma anche nel più mansueto montanaro il prurito alle mani e l'acquisto di un robusto forcone. Della strada statale cosa dire? Ormai è satura. Al mattino, al pomeriggio, alla sera si viaggi incolonnati e sono rari i posti dove - se si ha un pizzico di fortuna - si può superare. Ma ormai non c'è nessuno, ma neppure più un'impresa, che non scelga di percorrerla per evitare i salassi autostradali, che per i camion e furgoni paiono aver raggiunti livelli degni di una cambiale da firmare in uscita al casello. E l'Anas che dice? Nella mia memoria ricordavo un ruolo di vigilanza sulle autostrade, poi scopro proprio dal suo sito: "Il 1° ottobre 2012 le attività di vigilanza sull'esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione e di controllo della gestione delle autostrade, che erano in capo ad Anas, e il personale dell'Ispettorato di vigilanza concessioni autostradali dell'Anas, sono stati trasferiti al Ministero delle infrastrutture dei trasporti, in base all'articolo 36 del decreto legislativo numero 98 del 2011, convertito in legge numero 111 del 2011 e successive modifiche ed integrazioni, e dell'articolo 11, comma 5, decreto legislativo numero 216 del 2011, convertito in legge numero 14 del 2012 e successive modifiche ed integrazioni". Ho lasciato i riferimenti di legge, comprensivi di numeri e sigle, che denotano lo stile della legislazione italiana, simile alle trame di un quadro di Jackson Pollock. Quindi, a questo punto sia chiaro, che è al Governo che bisogna chiedere le tante cose sull'autostrada, di cui i prezzi da capogiro sono solo la punta dell'iceberg. E all'Anas? L'Anas ha in Valle un suo Compartimento, previsto da norma d'attuazione, ma in realtà rimasto piccolo piccolo e con la speranza più volte espressa da Roma di chiuderlo e riaccorparlo a Torino (mentre a Trento e Bolzano hanno, invece, provincializzato gran parte delle strade già Anas). Ma soprattutto sono anni che sulla strada statale 26, di cui pure hanno coscienza dai periodici rilevamenti dell'esplosione del traffico in atto, non si programmano alcuni lavori "di peso" per migliorare la viabilità. Cito - sull'asse fra bassa Valle ed Aosta - la galleria di Bard per evitare le curve verso il borgo, la incombente "Montjovetta", la circonvallazione di Saint-Vincent priva di rotonde, lo snodo viario fra Saint-Vincent e Châtillon ormai obsoleto, per non dire delle grandi attese per l'ingresso da Quart fino ad Aosta, cui si potrebbero aggiungere molte altre migliorie. Immagino che mi si dirà «niente soldi»: bene, capisco, ma allora per evitare che prima o poi una tragedia sulla strada statale scuota le coscienze, interveniamo sui prezzi autostradali. Magari suggerendo ad un'autorità romana, per avere la piena trasparenza, che si mettano su di un sito Internet costi, tempistica e nome delle imprese impegnate nei lavori autostradali. Questo eviterebbe chiacchiere e sospetti e renderebbe leggibili i cantieri.