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30 giu 2013

Destini paralleli

di Luciano Caveri

L'incrocio delle vite e dei destini è una strana cosa e ognuno ci legge quel che vuole in tante varianti, che vanno dal disegno imperscrutabile alla totale casualità. Ci pensavo leggendo alcuni necrologi sui giornali. Operazione che mi ha sempre interessato: scopri dalla lettura di certi piccoli ricordi funebri un pozzo di saggezza, tanta tenerezza, logiche burocratiche e tanti altri aspetti. La versione elettronica dei giornali priva di questa curiosità, che oltretutto più si invecchia - lo ricordo in mio padre e nei suoi commenti - e più l'annuncio di morte è un sospiro di sollievo, come un colpo sbagliato alla "battaglia navale". Il pensiero nasceva perché sulla stessa colonna ho visto, beffa postuma, accomunati il politico Emilio Colombo e l'attore-imprenditore (per me, come per tanti, un "playboy") Gigi Rizzi. E così i destini incrociati diventano quasi burleschi: Colombo, nato a Potenza novantatré anni fa e morto a Roma, dove aveva sempre vissuto, era un politico democristiano di lunghissimo corso con un curriculum incredibile, sino a diventare Senatore a vita, presiedendo ancora con autorevolezza la prima seduta della "Camera alta" nella recente nuova Legislatura, perché il più anziano. Gigi Rizzi era più giovane di quasi venticinque anni, nato a Piacenza e morto nel luogo dove era diventato famoso per le estati torride alla fine degli anni Sessanta, vale a dire Saint-Tropez, dove conobbe e amò Brigitte Bardot. Dopo gli anni della "dolcevita" emigrò in Argentina, dove aprì una fazenda. La morte li ha uniti in uno sberleffo. Se Rizzi, con storie sui giornali di cronaca rosa, era un bello e brillante un po' maudit, di cui si occupò - senza suo coinvolgimento vero - anche la cronaca nera con un caso dell'inizio degli anni Settanta di cocaina rinvenuta nella discoteca romana "Number One", da lui fondata, nel caso di Colombo era un uomo dalle due personalità, visto che alla figura un po' cardinalizia si affiancava una storia di gay - in contraddizione con l'immagine pubblica e per questo la segnalo - cui si aggiunse pochi anni fa una storia di uso di cocaina (lui disse «ad uso terapeutico»). Insomma muoiono nelle stesse ore e si scopre che le rette parallele di due vite apparentemente distanti si sono incrociate, forse perché già prima fra il bello da faccia da schiaffi e il costituente in doppiopetto c'erano più affinità di quanto si potesse pensare. Che riposino in pace.