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27 giu 2013

I nodi al pettine

di Luciano Caveri

Non spiegherò più perché non mi sono candidato alle elezioni regionali. L'ho scritto e riscritto troppe volte. Colgo, però, l'occasione di lasciare il seggio di piazza Deffeyes - ed è quanto avverrà il 1° luglio - per ringraziare quanti in queste settimane mi hanno avvicinato o scritto per esprimere la loro stima e simpatia e qualcuno era pure arrabbiato per le mie scelte. Poiché nella politica c'è una componente di vanità, confesso che tanti attestati di considerazione mi hanno fatto piacere, specie quando espressi da persone semplici, che lo fanno con il cuore in mano e non per chissà quale tornaconto. La politica è e resta una passione, che ho sempre cercato di interpretare con correttezza e impegno in tutti i ruoli che ho ricoperto in tanti anni di "carriera". Non ho alcuna intenzione di vivere di ricordi, per quanto consentano nel rievocarli di far tornare alla memoria tanti episodi della mia vita. Dico spesso che non si può vivere, in politica come in tutto il resto, guardando nello specchietto retrovisore: il passato è passato e mai tornerà nelle medesime circostanze e con le stesse caratteristiche. C'è sempre un prima e un poi. E soprattutto, in questo moto continuo, bisogna darsi da fare dove ti portano le circostanze, in parte scelte e in parte no, della tua esistenza.

Comunque sia, mi auguro che la prossima Legislatura del Consiglio Valle - anche se "tengo" per l'opposizione e non per la maggioranza - sia foriera di cose importanti per la nostra Regione autonoma. E spero nei prossimi mesi di poter fare gli auguri di persona, uno ad uno, a tutti e trentaciqnue gli eletti, pur con una partecipazione umana ed emotiva che non potrà, onestamente, essere la stessa per tutti. Il tempo stratifica e muta simpatie ed antipatie e sia per le une che per le altre - non essendo più un ragazzino - ho le mie buone ragioni. Ma conta il principio della condivisione con chiunque sia l'interlocutore: la situazione economica è grave e potrebbe peggiorare, i rapporti con Roma e Bruxelles sono delicatissimi, ci sono segnali preoccupanti nella nostra comunità e i nostri eletti devono, con umiltà e determinazione e nel gioco democratico, attuare soluzioni per il bene di tutti. Sono certo che l'attuale logica di potere in Valle d'Aosta sia destinata a non durare e i giochini di queste ore attorno alla composizione della Giunta sono più vecchi del vecchio e lo sono certi sistemi di gestione della cosa pubblica non più rispondenti al mondo attorno a noi. I nodi verranno al pettine.