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23 mag 2012

Le notizie in un clic

di Luciano Caveri

E' davvero impressionante come l'evoluzione tecnologica muti in questi anni la diffusione della notizia. Quando passai l'esame da giornalista professionista, nel maggio di trent'anni fa (aiuto come passa il tempo!), mi avevano insegnato la ripartizione buona per allora: la radio è in grado di dare la notizia per prima, la televisione ne fa vedere le immagini e il giornale ci torna sopra con gli approfondimenti.  Una delimitazione già rozza e non sempre corrispondente al reale uso, ma sconvolta ormai dai social network in grado di dare la notizia senza filtri, in una rete in cui la notizia si forma e si plasma in un batter d'occhio con il coinvolgimento di più soggetti. E' il caso, questa mattina, del terremoto che ha dato nella notte due belle botte vicino a Bologna e "Twitter" è stato il primo dei media a dare l'informazione, che mi ha permesso anche di sapere che le scosse sono state avvertite anche in Valle. Ieri la stessa cosa è avvenuta per la bomba di Brindisi, accompagnata poi da una fittissima serie di commenti che hanno creato tesi, controtesi, spiegazioni, illazioni. Insomma: più ci si allontana dai fatti e più - come scosse di assestamento, tipo proprio terremoto - si passa dalla notizia scarna ai commenti. In questa nuova dimensione che trasforma ognuno in reporter - e questo su Internet vale ormai anche per filmati e fotografie - esiste le necessita di dotarsi degli opportuni accorgimenti. La precauzione principale contro le "bufale" (notizie false in gergo), che come virus possono girare in Rete, è quella della verifica delle fonti e della veridicità dell'informazione. Questo per evitare che "catene di Sant'Antonio" digitali diano la stura a balle più o meno pericolose, che si diffondono immediatamente con una logica di marea montante e senza reali filtri come avviene altrove. Comunque sia e messi in campo accorgimenti e precauzioni, sono indubbie la ricchezza e la potenzialità di certi nuovi strumenti che modificheranno sempre di più il giornalismo e i mezzi di propagazione delle notizie. Rendendo di fatto ancora più difficile e responsabilizzante il ruolo del giornalista e costringendolo a sforzi ulteriori per fare il suo mestiere.