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09 nov 2011

Le difficoltà di decidere

di Luciano Caveri

La giornata di ieri è stata scandita dalle indiscrezioni sul contenuto "lacrime e sangue" del decreto legge che sarebbe giunto al calar della sera. Neanche il regista degli horror, Dario Argento, avrebbe potuto far di meglio: dal prelievo forzoso sui conti bancari al ritorno dell'Ici, dai condoni plurimi alla patrimoniale secca e una serie di altre novità per dimostrare all'Europa che facciamo sul serio. Tutto ciò per permettere a Silvio Berlusconi di andare a Cannes, al "G20", senza la sgradevole sensazione di essere ormai come i vecchietti che da tutta Europa svernano nella cittadina mediterranea lungo il celebre lungomare della Croisette. Come in un film scadente, la suspense si è sciolta con un incolore comunicato stampa: "la Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica: Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 20.40 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi. Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.  Il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato in via straordinaria, ha esaminato un complesso di misure urgenti a sostegno della economia italiana nello scenario di una sfavorevole congiuntura che sta investendo l'Europa. A seguito degli indirizzi da parte della "Banca Centrale europea" e delle intese raggiunte nell'ultimo vertice dell'Unione, il Consiglio ha in particolare approvato un maxi emendamento al disegno di legge di stabilità che recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal presidente Berlusconi nella sua lettera all'Unione europea del 26 ottobre scorso". Insomma: niente decreto legge, diventato maxi-emendamento per la legge di stabilità, e nessuna "misura forte" su nessun fronte. Immagino che l'Unione europea assista preoccupata a questi effetti annuncio vuoti di contenuti in cui si ripetono slogan della serie: vendite degli immobili, liberalizzazione delle professioni, semplificazioni amministrative.... Un rosario ripetitivo in politichese ormai ammuffito. In questi giorni la televisione propone uno spot del "Corriere della Sera" su un libro che, a cadenza settimanale e con grandi personalità della Repubblica, verrà venduto con il giornale. E viene ripetuta una frase di Alcide De Gasperi che qui ho già trascritto in passato: «un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione». L'attitudine corrente e dannosa è quella solo di contare i voti e alla fine si paga il prezzo di una logica solo elettoralistica.