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09 nov 2011

Che botte!

di Luciano Caveri

E' stata una strana festività quella di oggi. Le Borse aperte hanno scandito la giornata e una cappa di preoccupazione è calata come una nebbia fitta, dopo la scelta sbagliata del premier greco, George Papandreou, di annunciare un referendum popolare di ratifica dei recenti accordi, che di fatto avevano bloccato l'ineluttabile fallimento della Grecia. Bella riconoscenza e monito per chi, per evidente ignoranza, predica la democrazia diretta che in certi casi rischia di far tutto sprofondare nel baratro. I tecnicismi contano poco, ma è la sostanza che preoccupa. Se tutto va male, l'Italia va peggio. Se va peggio non è un caso, ma ciò è dovuto alla scarsa credibilità di Silvio Berlusconi. E dunque, se ci fossero buonsenso e regole, non sarebbe la maggioranza posticcia alla Camera a congelare la situazione, avendo l'interesse a scuotere essa stessa l'attuale immobilismo o si può usare quella parolina usata, in una voluta logica generale per "bon ton" istituzionale dal Quirinale, che è stata "inadeguatezza". Ed invece il centro-destra persevera in una difesa d'ufficio a diverse gradazioni: si va dai "giannizzeri" - ma che faccia che hanno in televisione! - che sono legati mani e piedi al destino del Capo; e, all'opposto, i silenti che tacciono in attesa di capire dove tirerà l'aria. Sarebbe bene rifletterci anche da noi in Valle e evito di ripetermi, non considerandomi affatto una "vox clamantis in deserto".