Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
02 mag 2011

Finalmente l'ultimo 8000!

di Luciano Caveri

Le notizie si bruciano in un batter d'occhio e dunque come non annotare subito il "bouquet" di Abele Blanc, che ha sconfitto - ultimo degli attesi "ottomila" della Terra - anche il travagliato e sofferto Annapurna, il mancante, montagna insidiosa che Abele non ha mai sottostimato. Il grande alpinista valdostano non ne scrive ancora sul sito abeleblanc.com, segno evidente che la spedizione vittoriosa era stata tenuta riservata forse per quella scaramanzia cui non si sottraggono neanche i grandi alpinisti per una cima che sembrava "maledetta". Oggi Abele, proprio nel suo sito ricco di immagini e che testimonia quella sua forma di spiritualità maturata nel tempo, descriveva così la propria persona nel riquadro "Io, guida alpina": "per le vostre salite in montagna scegliete il massimo della professionalità. Un mestiere esercitato da trent'anni sulle montagne più belle e difficili del mondo. Tredici ottomila scalati, trenta spedizioni extraeuropee, in vetta a tutti i "quattromila" delle Alpi, ma sempre pronto a condividere con Voi anche la più semplice delle escursioni con l'entusiasmo di sempre. Grande appassionato di fotografia e cinematografia documenteremo la nostra avventura con splendide foto ed emozionanti video. Programmate ora la vostra prossima estate! Vi aspetto". Ora potrà scrivere che gli ottomila sono diventati quattordici ed è, per un professionista come lui, una soddisfazione straordinaria, alla quale partecipo con gioia conoscendolo e apprezzandolo da tanti anni, anche nei momenti dolorosi della sua vita. I suoi occhi, in questo momento, saranno certo sorridenti e dunque vale questa citazione di Gaston Rébuffat : "Les montagnes ne vivent que de l'amour des hommes. Là où les habitations, puis les arbres, puis l'herbe s'épuisent, naît le royaume stérile, sauvage, minéral; cependant, dans sa pauvreté extrême, dans sa nudité totale, il dispense une richesse qui n'a pas de prix: le bonheur que l'on découvre dans les yeux de ceux qui le fréquentent".