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26 apr 2011

Le democrazie mature

di Luciano Caveri

Meglio il dialogo che il cieco scontro. Così, in un titolo, si può riassumere il pensiero del Presidente Giorgio Napolitano, che dal Quirinale si sforza di "raffreddare" la politica italiana e gli scontri quotidiani sempre più violenti. Immagino che, in cuor suo, il vecchio Presidente sappia bene che questo suo appello, una sorta di mozione degli affetti nel buio della razionalità dei contendenti, è destinato a cadere nel vuoto. Sino a quando Silvio Berlusconi, con la sua personalità, dominerà la politica italiana saranno i sentimenti più rozzi e gli scontri tribali fra fazioni ad averla vinta e non quel confronto che caratterizza, pur con la virulenza giusta, le democrazie più mature.

Questo è il punto: com'è possibile che, pur con un secolo e mezzo di storia travagliata alle spalle, l'Italia non sia ancora diventata un Paese "normale" ed anzi l'impressione sgradevole è quella di essere sull’orlo di un burrone in cui rischia di precipitare tutto. La visione serale dei telegiornali diventa così uno spettacolo opprimente e deprimente, simile al teatro dei pupi, dove i contendenti si menano con toni e atteggiamenti che sconcertano, qualunque sia lo schieramento di riferimento. Chi segue questo mio sito sa che ritengo che il "berlusconismo" vada superato, specie per il magro bilancio di cose fatte rispetto all'effetto annuncio. Lo dico pacatamente e senza odio, ritenendo che - me lo dico tutti i giorni - non vale la pena a Roma come ad Aosta di farsi il fegato marcio, perché "il tempo è galantuomo" e per ogni veleno c'è un antidoto. Quel che mi colpisce nei discorsi di tutti i giorni è l'idea che manchino alternative a Berlusconi. Ebbene, a parte che in politica i vuoti si riempiono con sorprendete velocità, personalmente ritengo che sia a Destra come a Sinistra (ma anche al Centro) ci siano in Italia personalità degne di diventare Presidente del Consiglio, facendo rientrare il confronto politico nella normalità. Il leader carismatico rapisce e infervora, è amato o odiato, copre da solo la scena e si carica tutto sulle spalle, ma purtroppo è fallibile e distorce l'intero contesto civile. Meglio è pensare che il futuro debba essere, in una logica di normalità, un avvicendamento dei leader al comando, come appunto nelle democrazie mature, sapendo che alle sue spalle e al suo fianco ci sono "squadre" di persone intercambiabili e non marionette da manovrare o persone che subiscono in silenzio le imposizioni dall'alto, lamentandosene in privato.