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19 giu 2025

Le tracce per la Maturità

di Luciano Caveri

Scorro, come ogni anno, le famose tracce per il tema della Maturità. Definizione antica, che venne introdotta nel linguaggio scolastico italiano nel 1923, con la riforma Gentile, dal nome del filosofo e ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile.

La sua idea era che la scuola avesse lo scopo di formare l’uomo, e non solo il lavoratore. L’esame finale, quindi, avrebbe dovuto verificare non solo le competenze tecniche, ma anche il grado di maturazione complessiva della persona.

Oggi la definizione, in una scuola che ha ancora una forte impronta gentiliana, resta tale ed è certo ben più espressiva dell’attuale dizione “Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione”.

Mi colpisce la scelta, nella sezione poesia, di Pier Paolo Pasolini proposta per l’analisi del testo alla prima prova della Maturità 2025:

Mi ritrovo in questa stanza/col volto di ragazzo, e adolescente,/e ora uomo./Ma intorno a me non muta/il silenzio e il biancore sopra i muri/e l’acque;/annotta da millenni/ un medesimo mondo./Ma è mutato
il cuore;/e dopo poche notti è stinta/tutta quella luce che dal cielo/riarde la campagna, e mille lune.

Ne metto solo due strofe, che aprono a importanti letture e a molti pensieri, ma vedo difficile prescindere dalla conoscenza del grande intellettuale friulano, le cui poesie più nella sono proprio nella sua lingua madre, il friulano.

Altrettanto stupore per un’altra proposta classicissima della letteratura italiana con Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il suo Il Gattopardo, che rivedo anche nel vecchio film del 1963.

Dopo un lungo brano proposto agli studenti, la richiesta: “Il romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896 – 1957), pubblicato postumo nel 1958, narra i mutamenti avvenuti in Sicilia a partire dallo sbarco di Garibaldi sull’isola e il lento declino dell’aristocrazia borbonica, attraverso le vicende della nobile famiglia del protagonista, don Fabrizio Corbera, principe di Salina”.

Bisogna conoscere bene le cose per azzardare uno svolgimento…

Tocca poi al carattere storico, ma certo legato a temi economici e sociali, con Piers Brendon, Gli anni trenta. Il decennio che sconvolse il mondo. Siamo nel pieno della crisi dopo il crollo di Wall Street nel 1929.

Un pezzo: ”Nella messa in pratica del New Deal, la prima preoccupazione del presidente era di intervenire sul cuore finanziario dell’intera questione: salvare le banche e ricominciare nuovamente a pompare denaro nel circuito mediante le arterie nazionali. Fu indetta una seduta speciale del Congresso e venne proclamata una chiusura delle banche a livello nazionale. Per alcuni giorni gli americani dovettero vivere di titoli cartacei, monete emesse da privati, banconote e monete straniere, gettoni telefonici, francobolli, tagliandi di sigarette, baratti e prestiti. Nel frattempo, dal momento che una nazionalizzazione delle banche era fuori discussione, si preparò una legislazione di emergenza”.

Vi era poi da potere scegliere un testo tratto da: Riccardo Maccioni, “Rispetto” è la parola dell’anno Treccani. E serve per respirare!, tratto da Avvenire.

Un tema assai stimolante anche qui un piccolo passaggio del brano proposto: “Rispettare affonda le sue radici in respicere che, letteralmente significa guardare di nuovo, guardare indietro, cioè richiama il dovere di non cedere alla smania del giudizio immediato figlio dell’emotività, che non tiene conto delle storie delle persone, delle loro battaglie interiori. Occorre, invece, allenarsi alla bellezza del prendersi cura, del fare attenzione, del preoccuparsi per la vita altrui, così che la comunità possa crescere in armonia facendo assaporare in chi ne fa parte il gusto dell’appartenenza alla medesima famiglia umana“.

È stato il più gettonato, ma a rischio banalità.

E ancora: Telmo Pievani, Un quarto d’era (geologica) di celebrità, di cui cito per capire il tema questa riflessione: ”Noi umani, che contribuiamo solo per lo 0,01 per cento alla biomassa globale, abbiamo riempito il mondo di 1,1 teratonnellatedi cose. Questa è l'impronta schiacciante dell'Antropocene. Senza una rapida transizione del sistema economico mondiale verso modelli circolari, la massa antropogenica continuerà a raddoppiare ogni vent'anni, sfuggendo al controllo. Nel nostro geologico quarto d'ora di celebrità, ci siamo fatti notare”.

Io probabilmente avrei scelto il ricordo di Paolo Borsellino, facilitato da un articolo di Epoca del 1992, che venne pubblicato postumo, visto che il magistrato fu ucciso dalla Mafia 19 luglio assieme ai 5 agenti di scorta.

Parla della Mafia e dei giovani e cito una speranza: “Mi dichiaro ottimista nonostante gli esiti giudiziari tutto sommato non soddisfacenti del grosso lavoro che si è fatto. E mi dichiaro ottimista anche se so che oggi la mafia è estremamente potente, perché sono convinto che uno dei maggiori punti di forza dell’organizzazione mafiosa è il consenso. È il consenso che circonda queste organizzazioni che le contraddistingue da qualsiasi altra organizzazione criminale. Se i giovani oggi cominciano a crescere e a diventare adulti, non trovando naturale dare alla mafia questo consenso e ritenere che con essa si possa vivere, certo non vinceremo tra due-tre anni. Ma credo che, se questo atteggiamento dei giovani viene alimentato e incoraggiato, non sarà possibile per le organizzazioni mafiose, quando saranno questi giovani a regolare la società, trovare quel consenso che purtroppo la mia generazione diede e dà in misura notevolissima. È questo mi fa essere ottimista".

Infine, altro spunto interessante di Anna Meldolesi e Chiara Lalli, L’indignazione è il motore del mondo dei Social, tratto da Sette del Corriere.

Chiaro l’incipit: “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa? Una nuova ricerca, pubblicata su Science, dimostra che questa reazione emotiva accompagna spesso contenuti discutibili e che chi si scandalizza davanti a una presunta ingiustizia non perde tempo a cliccare sui link, per approfondire e verificare”.

Lo vediamo bene nella vita sociale e anche scrivere su questo mi sarebbe piaciuto!

Complessivamente degli spunti interessanti.