Ogni tanto qualcuno mi chiede la ragione per la quale, seguendo il Consiglio Valle (definizione più bella di Consiglio regionale), i tempi di parola della minoranza risultino soverchianti rispetto alla maggioranza.
Tema interessante su cui riflettere.
Diciamo subito, in punta di diritto parlamentare, che nel nostro parlamentino - per antica tradizione non corrispondente a quanto avviene in altre assemblee elettive - il sindacato ispettivo è di pressoché esclusiva pertinenza di chi è all’opposizione.
Mi spiego meglio. Il termine sindacato ispettivo indica l’insieme degli strumenti e poteri che i parlamentari (nel nostra vaso i consiglieri regionali) hanno a disposizione per controllare e vigilare sull’attività del Governo (Giunta regionale) e della pubblica amministrazione che da loro dipende.
Interrogazioni: domande rivolte al Governo per ottenere informazioni su fatti specifici o sull’attività dell’amministrazione.
Interpellanze: simili alle interrogazioni, ma con richiesta esplicita di conoscere l’intenzione del Governo su un certo argomento.
Mozioni: atti con cui si propone al Parlamento di impegnare il Governo su una determinata linea politica.
Risoluzioni e Ordini del giorno esprimono orientamenti o indirizzi del Consiglio , spesso su atti della Giunta.
Question time: sedute dedicate a risposte rapide e dirette del Governo a interrogazioni.
Un bel caleidoscopio di strumenti legittimamente nelle mani delle opposizioni e poco importa se la ripetizione dei temi diventi quasi assillante con gli stessi temi proposti all’infinito. Questo significa saturare i tempi di lavoro dell’assemblea anche quando domande e risposte risultino forzatamente le medesime
L’ormai vecchio regolamento consiliare, che rimane quello degli anni Ottanta nei suoi capisaldi, crea dunque la prevalenza di una sorta di “minoranza chiassosa” contrapposta ad una “maggioranza silenziosa”.
Uso un po’ impropriamente questa espressione che ha un uso diverso nel linguaggio politico italiano riferito in genere ad un’area politica moderata.
Questo consente alla minoranza di esprimersi spesso con un volume e una visibilità tali da dare l'impressione che la loro opinione sia più diffusa di quanto non sia in realtà.
La "chiassosità", dunque, non è necessariamente legata alla validità o alla rappresentatività dell'opinione. La semplice ragione è che la minoranza può essere molto rumorosa, llma non rappresentare il pensiero della maggioranza degli elettori che esprimono gli eletti che danno vita ad una maggioranza.
Questo fa il pari con comitati e comitatini di supporto a certe opposizioni che risultano molto attivi e visibili, ma in realtà numericamente ridotti. Eppure, anche se minoritari, attirano molta attenzione mediatica.
L'obiettivo principale diventa la critica e non la risoluzione effettiva dei problemi. Si assiste a un flusso costante e compulsivo di annunci di nuove iniziative, piani e obiettivi, spesso con grande enfasi mediatica.
I comunicati stampa diventano strumenti di lotta mai proporzionali rispetto alla effettiva rappresentanza nella società.
Un insieme che gioca più sulla protesta che sulla proposta e riprende vecchie tattiche, diventate nuove con i Social, del movimentismo sessantottino.