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16 set 2020

La Scuola si riapre ma...

di Luciano Caveri

Parlo con chi nel mondo della scuola si è occupato dell'odierna riapertura delle scuole e registro la preoccupazione per le norme che dovrebbero rendere sicura la vita degli alunni, degli insegnanti e di tutto il personale scolastico. La macchina dell'Istruzione, fra Stato, Regioni, Comuni ed Autonomia scolastica, è partita tardi, con scelte contraddittorie annunciate e smentite durante l'estate. La rincorsa di questi ultimi giorni è una situazione a macchia di leopardo fra eccellenze e mediocrità, che mostrano una situazione squilibrata con diseguaglianze che peseranno su tutti. Sarà pur vero che la responsabilità di quanto sta avvenendo ha molti colpevoli, ma mai come questa volta il pesce puzza dalla testa e la svampita ed imbelle ministra Lucia Azzolina spicca su tutti.

Parimenti penso che il mondo della scuola valdostana affronti difficoltà che derivano dall'inadeguatezza dimostrata dall'assessora Chantal Certan, che tra l'altro non ha mai nascosto - con mio vivo stupore, vista la carica ricoperta - di essere scettica sui vaccini. Posizione che in prospettiva - sperando che le urne diano risultati che non lo consentano - spaventa perché solo prese di posizione nette in favore della scienza come quelle del governatore Vincenzo De Luca (che ha obbligato gli insegnanti in Campania a sottoporsi al test sierologico) potranno prevenire situazioni di criticità. Preciso come le mie non siano malignità elettoralistiche, ma legittimo diritto di critica suffragato da confronti con autorevoli dirigenti scolastici. Se avessi avuto qualche ruolo in questo passaggio avrei imposto tre cose per cominciare. La prima, come già accennavo, è obbligare tutto il personale scolastico ad effettuare il test sierologico, al posto di renderlo volontario, esattamente come in Campania. Non capisco perché una scelta del genere la si potesse considerare lesiva di chicchessia. Chi opera con bambini e ragazzi deve avere a propria tutela ed a tutela proprio degli alunni e dei propri colleghi una ragionevole certezza di essere sano. Lo stesso varrà, per capirci, per la vaccinazione, quando ci sarà il vaccino. Chi lavora in un servizio pubblico non potrà rifiutarsi di sottoporsi alla principale e risolutiva misura di profilassi, perché ogni scelta di obiezione non ha spazio a fronte dell'interesse superiore di debellare la pandemia. Chi gioca con il negazionismo e ne fa una scelta ideologica scientificamente immotivata può scegliere di fare un altro mestiere. La seconda cosa inaccettabile e grandemente simbolica è la misurazione della febbre a casa e non all'ingresso, delegando ai genitori ogni giorno questa incombenza. Sarebbe bastato installare termoscanner agli ingressi esattamente com'è stato fatto negli uffici, negli aeroporti, negli ospedali. Su queste questioni delicate non valgono logiche da autocertificazione, perché basta poco per favorire il virus e per vedere esplodere focolai la cui gestione appare indeterminata nel vuoto di protocolli certi da parte delle autorità sanitarie, che vagano anche da noi favorite in molti casi dal vuoto delle scelte politiche. Terza questione: mense ed intervalli. Si scoprirà presto come esista una realtà variegata con scelte intelligenti e modalità disastrose, avvenute perché con le vacanze di mezzo ci sono stati responsabili scolastici ed amministratori locali che hanno trovato soluzioni valide ed altri che si sono dimostrati superficiali e inetti. Nella scuola elementare di mio figlio, a Saint-Vincent, l'Amministrazione comunale non è riuscita a trovare soluzione migliore per la mensa che "inscatolare" più di cento bambini in plexiglas. Pensare a delle turnazioni, a modificare gli orari o a cercare spazi alternativi sembra essere utopia per amministratori troppi impegnati a cercare voti e che pretendono che i funzionari si sostituiscano a loro, assumendosi responsabilità che non competono loro. Capisco l'emergenza in atto, ma di tempo per fare le cose bene dappertutto c'era, così come le risorse finanziarie e chi dice il contrario mente. Troppo spesso la Scuola è considerata "Cenerentola" e non il centro vitale per il futuro di una comunità.