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13 lug 2020

Venghino signori!

di Luciano Caveri

«Venghino signori venghino...». Questa frase di richiamo la pronuncia l'imbonitore che invita le persone ad uno spettacolo. Può essere per assistere ad una scalcagnata esibizione circense, oppure per proporre la vendita di prodotti miracolosi, come il famoso "elisir di lunga vita" distillato da un ciarlatano. Sempre da piazza è l'immagine della vendita al miglior offerente, un'asta con incanto, vera e propria gara al rialzo tra i partecipanti. Partendo da un prezzo base prestabilito, chi mira all'acquisto presenta la propria offerta e rialzano di volta in volta fino a quando uno vince per abbandono degli altri. Queste fotografie ricordano alcuni dei protagonisti della politica valdostana in questa situazione assurda che ha un "prima" ed un "dopo". Prima è l'instabilità di questa sfortunata e frenetica Legislatura con la costante di maggioranze e governi ballerini; il dopo è l'arrivo del "covid-19", che ha allungato lo scioglimento del Consiglio Valle e le elezioni con una situazione kafkiana e giuridicamente dubbia in certi passaggi e con norme la cui eccezionalità resta da dimostrare - e forse qualcuno ne chiederà conto - in un regime di prorogatio.

In queste circostanze confuse e contraddittorie, spiccano situazioni astruse e speriamo mai più ripetibili per il bene della nostra Autonomia umiliata e vilipesa da troppi. E i mesi "aggiunti" alla data del voto in primavera sono diventati necessari per reagire alle emergenze e per i rischi di contagio, ma anche occasione per certi imbonitori citati all'inizio e per atti simili ad un'asta al rialzo. L'imbonitore si esibisce in promesse e azioni mirabolanti per acchiappare più voti possibili, anche sfidando le leggi del buonsenso e della correttezza. E gli stessi aumentano sempre la posta: se uno dice mille, replicano diecimila; se uno propone la luna, perché non il sole? Quando arriva una richiesta assurda, va subito triplicata. Sarà ora, per l'opinione pubblica, di drizzare le orecchie e diffidare di chi suona il piffero come il Pifferaio magico con direzione il burrone o di chi promette tutto pur di sperare di raccattare voti per la prossima sfida elettorale. Spiace naturalmente per chi ci casca e segue le gesta di chi ci marcia. Ma spiace ben di più per una Politica che si svilisce e consuma la poca credibilità residua. Atterrisce l'uso distorto e volgare delle Istituzioni, che non sono un palcoscenico in cui si recita a soggetto, ma luoghi importanti della democrazia e come tali andrebbero rispettati. Per cui nelle chiacchiere quotidiane con cittadini liberi e senza l'amo conficcato in bocca come i pesci che abboccano ci si scambiano le preoccupazioni reciproche per il degrado. Con qualche speranza residua che un sussulto di orgoglio possa risvegliare certe coscienze addormentate e vengano svelate le trame e disvelati i volti di chi alimenta illusioni e speranze in un gioco al massacro che peggiora le cose. Pessimista? No, affatto. L'aspetto paradossale del mio carattere è che penso sempre che a chi si comporta male prima o poi il conto arriverà. Ma nel frattempo le cose si mettono male: basta parlare nella cerchia dei propri amici per avere conferma di due cose. La prima è il progressivo peggioramento della credibilità della politica e dei politici, che finiscono tutti, anche ingiustamente, nello stesso mazzo e creando fantomatici movimenti "nuovisti" che incuriosiscono ma non convincono. La seconda è che questo coincide con un periodo nero dell'economia con interi settori che non ripartono e a breve vedremo quali saranno le conseguenze occupazionali. Bisogna perciò rimboccarci le maniche e denunciare pubblicamente i falsi e gli ingannatori.