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14 lug 2020

Decoro e civismo a Palazzo regionale

di Luciano Caveri

Il senso delle Istituzioni, che deve andare a braccetto in politica con l'etica pubblica, è una cosa seria per tutti i cittadini ed è composto da molti aspetti. Ci pensavo l'altro giorno nel vedere per l'ennesima volta un assembramento di giovani davanti a Palazzo regionale in piazza Albert Deffeyes, uomo politico del dopoguerra morto a soli quarant'anni. Lì sorgeva un tempo l'ospedale Mauriziano, mentre dagli anni Sessanta - con progettazione del 1958! - è diventato un simbolo dell'Autonomia valdostana. Ebbene, la primissima volta che vidi ragazzi con i loro skateboard che sfrecciavano là davanti pensai ad una bella cosa e fu una mia ingenuità. Sarà che al Parlamento europeo, prima del pericolo degli attentati terroristici, avevo apprezzato quel clima gioioso che si respirava sia nelle vicinanze del Parlamento europeo a Bruxelles, ma soprattutto nello splendido cortile interno dell'emiciclo di Strasburgo, ma mi pareva che questa presenza di ragazzi fosse una sorta di pur inconscia vicinanza dei giovani verso le Istituzioni.

Con il passare del tempo ho capito - bel fesso, penserete voi... - che la scelta di stazionare in quel posto era solo perché la pavimentazione in pietra e certi salti possibili sui marciapiedi servivano per fare evoluzioni. Punto e basta e, se si facesse un sondaggio sul luogo dove si esibiscono, sapremmo che la grande maggioranza non sa neppure che cosa ci sia lì dentro, per non dire dell'ignoranza di che cosa incarni. Potrei incamminarmi sul terreno della lamentazione, scagliandomi contro la scuola che sembra ignorare elementi di educazione civica o come si chiama oggi, ma penso che chi fra i ragazzi volesse informarsi oggi sarebbe in grado di farlo facilmente, ma in pochi lo fanno. Non voglio neppure scagliarmi, però, in modo indiscriminato contro i giovani, ma molti di quelli che sono lì davanti lo fanno senza alcun rispetto a torso nudo, con bermuda e olio sparso sulle pietre per migliorare le prestazioni dello skateboard. Troppi rifiuti in giro ed un clima sbracato che può andar bene in una zona per lo skating, ma non davanti alla sede di Giunta e Consiglio regionale. So che tra breve ci dovrebbe essere una pista dedicata agli appassionati, ma - aspettando - non si può pensare che la sede istituzionale più importante in Valle d'Aosta sia una sorta di accampamento. Non chiedo mezzi coercitivi o azioni clamorose, vorrei però che qualcuno si prendesse la briga di spiegare ai ragazzi perché si tratta di comportamenti sbagliati e irrispettosi per un luogo istituzionale. Magari una spintarella ad applicare elementari regole di educazione potrebbe venire, se se ne occupassero, da parte dei genitori. Sono preoccupato di fenomeni in atto non solo ad Aosta, ma anche nei paesi e penso alla mia Verrès, dove un gruppo circoscritto di ragazzi della stessa età ha creato, ma capita anche altrove, una sorta di banda che ha imperversato a scuola e ha danneggiato il paese per poi fomentare una rissa a Châtillon in un laghetto con movida. Chi fa spallucce - spesso anche nelle loro famiglie - sbaglia, perché il confine fra ragazzate e reati che ti rovinano la vita è flebile e ci si mette poco a finire in guai molto seri. Le "compagnie" ad Aosta e nei paesi ci sono sempre state e anche certe rivalità. Penso ai miei tempi alle scintille fra i ragazzi di Verrès e quelli di Issogne o ai ragazzi "cognein" che mi minacciarono all'uscita della discoteca del "Lou Ressignon" perché - dicevano - «vuoi rubare le nostre ragazze». Ma esiste un limite di buonsenso e mai bisogna accettare che si superino certi livelli di guardia. Esattamente come deve avvenire davanti a Palazzo regionale per un senso elementare di civiltà o meglio di civismo.