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11 mag 2019

Stanlio e Ollio nel cuore

di Luciano Caveri

Stanlio e Ollio, quando ci penso, mi fanno ripiombare nel passato più remoto. Da bambino li guardavo a casa con un proiettore di filmini contro il muro del salotto buono, poi alla televisione ipnotizzato dalle loro gag e non ho mai smesso di guardarli per l'assoluto buonumore che mi mettevano addosso. Trovo che siano stati dei comici che hanno segnato non solo la loro epoca, ma sono e restano dei sempreverdi a dimostrazione di quel fondo buono della nostra umanità che attraversa il tempo, comicità compresa Ora sono andato a vedere il film su di loro appena uscito in Italia. "Stanlio e Ollio", diretto da Jon S. Baird, vede protagonista il duo comico più celebre della storia del cinema, ovvero Stan Laurel (Steve Coogan) e Oliver Hardy (John C. Reilly). I due attori sono rispettosi e assieme impressionanti nello studio della mimica e dei tempi. Non è un film che fa ridere, ma rievoca le tante risate, e umanizza personaggi dietro le quinte, perché non sempre è spettacolo.

Il film, infatti, si concentra sull'ultimo tour in Inghilterra di Stanlio e Ollio, all'inizio degli anni Cinquanta: nonostante Hardy avesse sofferto di un infarto durante questa ultima passerella, questo non impedì ai due leggendari comici di congedarsi dal pubblico nel migliore dei modi per gli ultimi spettacoli della loro vita. Ovvia l'atmosfera fra il tenero e il nostalgico, come sempre quando dal successo rutilante si passa ad un mesto addio (direi un «arrivederci» con il doppiaggio di Ollio di Alberto Sordi!). Uso la sintetica e ottima "Treccani ragazzi" per ricordare i fondamentali del celebre duo: "Stan Laurel (per gli italiani "Stanlio"), il cui vero nome era Arthur Stanley Jefferson, nacque a Ulverston (Gran Bretagna) nel 1890. Il padre era un noto autore e produttore teatrale, la madre un'attrice. Deciso a seguire la tradizione familiare, Stan entrò presto a far parte della compagnia di pantomime più nota d'Inghilterra, in cui lavorava anche Charlie Chaplin, che Stan continuò sempre a considerare un modello. Dopo una trionfale tournée negli Stati Uniti, la compagnia si sciolse perché molti degli attori tentarono la via del cinema. Nel 1917 Stanlio girò una comica nella quale recitava anche Oliver Norwell Hardy, ossia "Ollio". Il quale era nato ad Harlem (Georgia) nel 1892 e, ancora bambino, si era esibito come cantante nei "Minstrel shows", spettacoli nei quali attori bianchi cantavano truccati da neri. Dopo questa prima esperienza in cui però non formavano ancora una coppia, entrambi furono scritturati dal regista e produttore Hal Roach, che fu l'artefice, nel 1927, della nascita del loro sodalizio. Nei primi film, ancora muti e brevi, Stanlio e Ollio erano ora marinai, ora galeotti, ora amici costretti ai lavori forzati. La loro grande popolarità esplose però con i primi film sonori, ancora oggi riproposti dalle televisioni, in cui la loro entrata in scena viene sempre preceduta dal famoso motivetto "Cuckoo song" composto da Marvin Hatley”. Leggo ancora: "Nella coppia ognuno dei due rispecchia, rovesciandole, le caratteristiche dell'altro con assoluta complementarità: Stanlio magro, con i capelli a spazzola e il cravattino a farfalla; Ollio grasso, con baffetti neri e cravatta lunga; uno più "saggio" (Ollio) l'altro più "sognatore"; uno più impacciato (ancora Stanlio) l'altro apparentemente più sicuro e autoritario. Stanlio dall'accento inglese, Ollio americano del Sud. La forza comica dei due attori si basa sulla loro capacità di combinare assieme i reciproci comportamenti. Stanlio è maldestro anche nell'affrontare compiti semplicissimi, di fronte ai quali manifesta la sua difficoltà grattandosi la testa con espressione perplessa, per poi lasciarsi andare a piagnistei infantili di fronte all'inevitabile catastrofe. Ollio si mostra invece sicuro di sé e, nel constatare l'inettitudine di Stanlio, cerca la complicità dello spettatore guardando verso la macchina da presa, mentre dà sfogo alla sua impazienza gonfiando le guance o arrotolandosi la cravatta. Ma, come il compagno, anche lui riesce a far diventare insormontabili situazioni banali, ed entrambi non fanno altro che complicarsi la vita con comportamenti inadeguati". Il film ripropone questo canovaccio e qualche risata argentina del mio bambino più piccolo a fianco a me nella sala è stata la dimostrazione che chi impersonava magistralmente i due personaggi lo ha fatto nel solco della ricostruzione di una comicità pulita e arguta, che resterà per sempre un esempio. Per fare capire chi fossero stati ho l'indomani proposto alcune delle loro comiche indimenticabili.