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19 ago 2018

L'interessante zoologo

di Luciano Caveri

I cani non sono bambini piccoli o loro controfigure, sono cani. A costo di essere antipatico vorrei dirlo e ripeterlo all'infinito, reduce per altro da una lettura utile di un libro interessante dello zoologo Ferdinando Boero dal titolo "Ecco perché i cani fanno la pipì sulle ruote delle macchine". Sottotitolo: "L'uomo e il suo rapporto con gli altri animali e le leggi della natura" (Manni editore). Il libro risponde con garbo e ironia, ma senza seguire mode, ad alcune domande, del genere: Che tipo di animale è l'uomo? E come si comporta con gli altri animali? Con quelli che mangia, con quelli che veste di cappottini firmati, con quelli verso cui prova solo ribrezzo? Il suo, capitolo dopo capitolo, con brevità e efficacia, è un viaggio nella storia dell'uomo nella biosfera: da quando l'Homo sapiens ha iniziato a cacciare, e poi allevare, fino alla "conversione animalista".

E ci racconta quali sono i rapporti tra le specie: dalla predazione (gli animali che cacciamo e alleviamo), alla simbiosi (l'animale con cui si convive), allo schiavismo (quello che lavora per noi) fino alla "pet therapy" ed alla patologia - messa alla prima riga - di considerare un cane come un bebé da esibire. Vorrei ora citare qualche passaggio che considero illuminante. Sugli animalisti: «Casanova era un ginecofilo (un amante delle interazioni con l'apparato sessuale femminile) e non un ginecologo (uno studioso dell'apparato genitale femminile). Ora, tutti concordano nell'assurdità di affidare un reparto di ginecologia a un playboy. Ma non è assurdo, per i più, affidare la gestione e la protezione della fauna a zoofili-animalisti, e non a zoologi. Gli amanti dei cani sono cinofili (da non confondere con i cinefili, che amano andare al cinema) ma non è detto che un cinofilo sia altamente competente». Idem: «Gli animalisti, in un certo senso, rinnegano la nostra storia di cacciatori e raccoglitori e la nostra stessa evoluzione. Non vogliono far male ad alcun animale e considerano un assassinio l'uccisione di membri del regno animale. Forse proprio tutti no, magari uccidono scarafaggi e ratti, ma non ci metterei la mano sul fuoco. La sperimentazione animale ci ha permesso di sviluppare i farmaci e le tecniche dei trapianti; non credo che gli animalisti rinuncino alle cure mediche perché hanno richiesto l'uccisione di animali. Ma, ancora, non ci metterei la mano sul fuoco. Il fanatismo può portare molto lontano dalla razionalità». Sui cani da combattimento: «Queste razze non dovrebbero esistere. Questi cani dovrebbero esser fatti accoppiare con cani di altra indole, fino a far scomparire le loro caratteristiche, quelle per cui sono stati selezionati». Il caso dei "proprietari fanatici" e cito un solo esempio: «Ho scoperto, con disgusto, che esistono cibi vegetariani per cani. Ovviamente sono elaborati non per i cani, ma per soddisfare le aspettative dei proprietari dei cani, nel caso i proprietari siano vegetariani». Sugli afrodisiaci per i cinesi: «I cinesi hanno qualche problema, diciamolo. La zuppa di pinne di pescecane viene molto apprezzata per il suo potere afrodisiaco. La lista di animali con potere afrodisiaco, per i cinesi, è lunga. Il corno di rinoceronte, per esempio. Oppure il pene di tigre, o di cervo. Pare che i cinesi ci tengano molto alle erezioni e sono disposti a far estinguere una specie in cambio di un aumento di virilità. A dir la verità, visto il tasso di riproduzione che hanno, non dovrebbero averne molto bisogno, anzi, dovrebbero cercare qualcosa che la diminuisca». Infine una considerazione fulminante sui lupi, i nuovi conquistadores: «Intanto, con il ritorno dei lupi, dovremo stare un po' più attenti quando circoliamo nei boschi. Chissà che non ci faccia bene correre il rischio di essere mangiati, che non ci insegni un po' dell'umiltà che abbiamo perso, andando verso una incurante stupidità derivante da un immotivato complesso di superiorità». Alcune fra le molte pillole di saggezza.