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05 mar 2016

L'hornuss e le reines sulla neve

di Luciano Caveri

Pur non avendoli mai praticati come giocatore, ho sempre seguito con viva simpatia il destino degli antichi giochi popolari valdostani ("tsan", "rebatta", "fiolet" e "palet"), noti come "esport de noutra tera" per evidenziare i legami culturali e ambientali. Negli anni Novanta compartecipai alla nascita di una vera e propria federazione di questi sport territoriali in Italia e seguii anche certi contatti fra diverse Regioni europee. Mi par di capire che, pur ancora molto presenti nella società valdostana, non sono esenti da qualche rischio di disaffezione, causato dai cambiamenti profondi che sono facili da rilevare. D'altra parte le tradizioni vivono solo se corrispondenti ai sentimenti (si potrebbe anche usare l'anglicismo "sentiment") della popolazione.

Ero un giovane cronista quando mi recai per la "Rai" in Svizzera, sulle tracce di un gioco popolare praticato in particolare nelle zone germanofone. Mi riferisco all'"hornuss", misto tra golf e baseball, che prende il nome dal disco in legno o in corno, che viene lanciato durante le partite. Si racconta che - come origine - per scacciare gli spiriti, un tempo si era soliti scagliare pezzi di legna ardente da monte a valle. Da questa antichissima tradizione si dice sia nato l'hornuss, che vede contrapposte due squadre. Quella che batte deve spingere quanto più in là possibile nel campo di gioco avversario il disco che viene lanciato. Per la squadra che risponde, invece, si tratta di fermare il prima possibile con una scandola il disco volante. Il gioco si suddivide in due parti in cui le squadre invertono il ruolo di lanciare e parare. Ogni singolo giocatore tira, per ogni parte, due colpi con tre tentativi ciascuno. Il gioco non ha una durata prestabilita, la partita dura solitamente dalle due alle quattro ore. Vince la squadra con il numero inferiore di hornuss ricevuti sul campo. Oltre a una classifica per squadre, in occasione dei campionati svizzeri e delle feste si valutano anche singoli giocatori e i loro lanci. Si fanno scommesse sul risultato del gioco e si organizzano alla fine grandi merende, perché tutti i giochi finiscono in festa. Leggevo che in questi giorni è stata giocata "une version alpine et hivernale du sport folklorique helvétique sur un lac gelé et enneigé" perché "à 2.200 mètres d'altitude au-dessus de Loèche-les-Bains". Il comunicato stampa della manifestazione ha precisato: "A la satisfaction générale, sauf que la couleur du palet a dû être modifiée. Sa couleur bleu foncé le rendait pratiquement invisible dans le ciel hivernal. Il sera donc de couleur rose. Habituellement, le hornuss se pratique sur un terrain herbeux trapézoïdal d'une longueur de 300 mètres. Mais la neige n'aura pas raison de la tradition". Capisco e condivido che faccia sorridere, specie dopo aver visto le immagini su YouTube! Altra tradizione comune, questa volta soprattutto con i vallesani, è la battaglia delle reines, gli scontri fa bovine, antichi come gli appena citati giochi. Anche in questo caso la normalità è che si combatta in un prato, mentre tra pochi giorni gli incentivi svizzeri si sposteranno anche per questo per una sperimentazione sulla neve! Così spiegano con tono molto compassato: "Les vaches valaisannes de la race d'Hérens lutteront pour déterminer la hiérarchie dans le troupeau et pour obtenir la victoire dans l'arène enneigée de Flaschen. Huit vaches d'Hérens combattront pour la victoire. Contrairement aux prochains combats de reines en Valais, où plusieurs bovins luttent simultanément, les combats auront lieu sous forme de duels directs". Par di capire che ci sia un duplice gusto: divertirsi con qualcosa di noto, ma anche trovare nuovi spunti divertenti a beneficio dei turisti, sfruttando quanto di singolare c'è nel patrimonio etnografico.