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24 lug 2015

Dino Lora Totino, un imprenditore eclettico

di Luciano Caveri

Capita spesso in questo mio spazio di rievocare figure del passato, le cui gesta e azioni sono per molti versi utili per capire la Valle d'Aosta di oggi, spesso portata ad avere una certa smemoratezza e ad accontentarsi del tran tran di una Regione ormai portata sull'orlo del baratro. Ma pare di capire che vada bene così e dunque temo ormai si debba attendere il peggio, per poi ripartire nella ricostruzione. Si aggira sullo sfondo di tante vicende di cui si parla di questi tempi in Valle d'Aosta il fantasma dell'Ingegner Dino (dal vero nome Secondino) Lora Totino, esponente della famosa famiglia di tessili, nato a Pray nel biellese nel 1900 e morto a Torino nel 1980.
Nel 1932 realizzò la sua prima funivia, quella tra il Breuil e il Plateau Rosa, che gli fruttò - per l'evidente fiore all'occhiello per il fascismo - il titolo di "Conte di Cervinia" (località assai presente nei documentari della "Film Luce", arma di propaganda del Regime), e, otto anni dopo, si deve alla sua perizia tecnica la funivia tra La Palud e il Rifugio Torino, sul versante italiano del Monte Bianco, premessa a quel completamento avvenuto nel 1957 con la "Liaison", detta anche la "Télécabine de la Vallée Blanche".

Ovvio, in questo caso, come ci sia un aggancio con la cronaca di questi giorni. La celebrazione dei 150 anni dalla scalata del Cervino ha posto Valtournenche al centro dell'attenzione, ma la nascita di Cervinia come località turistica la si deve agli impianti a fune, che diedero il via alla nascita del paese come - con molti lati negativi a causa dei poteri limitati della prima autonomia valdostana che fu impedita di bloccare certi disastri costruttivi - oggi lo conosciamo. Persino Emile Chanoux ne parla, come esempio di speculazione, nel testo preparatorio della "Dichiarazione di Chivasso", ma in altro documento cita il Breuil (non a caso usato con il toponimo tradizionale) come località da valorizzare per un turismo di alto livello assieme a Courmayeur, Pila ed il Col de Joux. Lora Totino in realtà aveva avuta una grande intuizione: collegare la località con la consorella Zermatt, che oppose un rifiuto e se ci pensate anche questo passaggio ha una connessione con il presente, visto che si parla di un collegamento funiviario dalla Valtournenche verso le vallate del Monte Rosa (per ora mi sfugge con quali risorse finanziarie). Ed analoga operazione di apertura al di là delle Alpi propose sul Monte Bianco con la visionaria intuizione di un collegamento di Courmayeur con i dirimpettai di Chamonix. Insomma: la nuova funivia del Bianco, aperta in questi giorni, è ancora sulle sue tracce e con la stessa arditezza tecnologica, ovviamente rapportata ai tempi diversi. Ma Lora Totino nel dopoguerra, interloquendo con gli esponenti politici valdostani della nascente autonomia, si occupò di altre due questioni "à la une" della cronaca valdostana di oggi. Mi riferisco al Traforo del Monte Bianco, aperto in questi stessi giorni nel 1965 Siamo nel 1946, quando nasce "Compagnia per il Traforo" promossa appunto da Lora Totino. Si legge oggi sul sito del Traforo: "Era un progetto molto riduttivo, ma ciò non impedì al conte Lora Totino, nel 1946, di iniziare a scavare sul versante italiano, a proprie spese, e di ottenere nel 1947 dal Comune di Chamonix la concessione di venti ettari di terreno sul versante francese. I lavori avevano raggiunto i 60 metri a piena sezione, più 50 metri a metà sezione e 50 metri in cunicolo quando, nel 1947, giunse l'ordine di sospendere l'attività, che nessuna pubblica amministrazione aveva mai autorizzato. Ma l'iniziativa dell'intraprendente conte era servita a sollevare il problema ed a porre i politici italiani e francesi di fronte alla necessità di prendere una decisione". E decisione fu in seguito ad un complessa vicenda politica, che maturò dopo una lunga gestazione che affondava le sue radici nei progetti ferroviari ottocenteschi. Ma - altro settore d'interesse del Conte - si parla molto oggi del Casinò di Saint-Vincent e della sua crisi che appare ormai di una gravità al limitare del tracollo. Ebbene, Lora Totino, la cui capacità di ingegnere funiviario si accompagnava evidentemente ad altre intuizioni imprenditoriali con le spalle larghe di un'azienda tessile assai fiorente, fu uno dei soci fondatori di quella società "Sitav" che gestì per un quarantennio la Casa da gioco di Saint-Vincent. Par di capire, insomma, che Lora Totino (che ebbe altri ruoli più legati al tessile, come la Presidenza dell'"Ente Moda") abbia giocato su diversi tavoli un ruolo importante, tra l'altro uscendo indenne dal legame con il fascismo, visto che suoi soci al Casinò c'erano parecchi ex partigiani (come il dominus della "Sitav", il Conte Carlo Gabriele Cotta, partigiano monarchico, di cui ho un ricordo vivissimo) e non ci furono imbarazzi in Valle nel seguirlo su diverse iniziative. Stupisce semmai una relativa assenza di sue informazioni organiche in Rete e manca persino un suo profilo biografico in "Wikipedia". Mi riprometto di scoprire qualcosa di più sull'uomo, oltreché sull'imprenditore.