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02 mar 2013

Vivi e vegeti

di Luciano Caveri

Questa mattina mi sono svegliato prima del solito, travolto da una ridda di pensieri, dopo aver guardato i dati nazionali ormai assestati e dopo aver riguardato i dati della Valle d'Aosta. Il quadro a Roma sembra davvero la premessa al ritorno alle urne in tempi rapidissimi. Viviamo, infatti, in un sistema istituzionale di "bicameralismo perfetto" e dunque le due Camere per governare devono avere la stessa maggioranza. Mentre il centrosinistra ha avuto per un pelo la maggioranza a Montecitorio, al Senato questa stessa maggioranza non ce l'ha: un rebus. Questa è la situazione comunque la si giri e l'arrivo di un partito antisistema come il "Movimento 5 Stelle" di Beppe Grillo rende la situazione ancora più complicata. Come mai si sia arrivati a questo punto è difficile dire: in primis un Partito Democratico che ha buttato via la svolta di un Matteo Renzi che avrebbe sparigliato e poi il ruolo di Mario Monti, punito per la sua stupida arroganza e lo stesso vale, per altre ragioni, per il sulfureo Antonio Ingroia e i suoi estremismi. Morti Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Antonio Di Pietro e altri ancora, su queste macerie svetta un Grillo con cui fare i conti e francamente non so bene quali siano. Nel centrodestra Silvio Berlusconi recupera incredibilmente, ma in fondo affossando il suo schieramento, compresa una Lega che attende questa mattina, per avere da Roberto Maroni, presidente della Lombardia, un po' di ossigeno. In questo quadro si inseriscono le particolari circoscrizioni elettorali della Valle d'Aosta per Senato e Camera con i due parlamentari eletti dallo schieramento Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération autonomoste e Popolo della Libertà (alleato silente in campagna elettorale per l'esigenza di stare nascosto ma parlante, per prendersi i suoi meriti, dopo il risultato). Certo per la Camera, non avendo espresso un suo candidato al Senato con gran dispiacere di parte dell'elettorato, il nuovo soggetto politico cui appartengo - l'Union Valdôtaine Progressiste - è stata la novità in modo così eclatante che il nostro candidato alla Camera, Laurent Viérin, ha perso per soli 185 (cento-ottanta-cinque!) voti. Un risultato complessivo superiore ai 18mila voti che lascia a bocca aperta e riempie di responsabilità e obbliga a fare i conti con noi in vista delle imminenti elezioni regionali, vista anche la mappa del successo in una quarantina di Comuni dove siamo il primo partito, compresi Comuni che mai si sarebbe detto alla vigilia. I commenti, en gros, possono essere i seguenti: l'Alleanza autonomista perde molti voti rispetto a regionali e politiche precedenti, ma i commenti restano entusiastici, mordaci e pure vagamente minacciosi come se l'avventura elezione fosse stata un trionfo. Alpe si lecca le ferite e il PD non si capisce se voglia essere o no dialogante, dopo non esserlo stato prima di queste elezioni. I "grillini" sfondano di brutto e sono un soggetto politico da non sottostimare ad Aosta come a Roma, il resto è poca cosa, pur con qualche curiosità, tipo la batosta ai finti arpitani e il successo della lista "La Destra" che inneggia al Duce e la Lega che prende pochi punti percentuali. Noi "progressistes" festeggeremo il risultato domani sera alle 20.30 al "Pezzoli" di Gressan e lavoreremo per il futuro con fiducia. Certo fa male vedere in televisione il senatore uscente Tonino Fosson, nostro compagno di strada prima della fondazione dell'UVP, poi "folgorato" sulla via di Damasco da quell'Augusto Rollandin che considera la sua "bestia nera" (politicamente, s'intende). Fatti suoi, naturalmente. In politica di può fare tutto e il contrario di tutto e lui lo ha fatto e non è stato il solo ad essere finito - immagino felicemente e non per il solo "regno dei cieli" - in una "campagna acquisti" prima delle politiche che, dati UVP alla mano, non sembra avere avuto il successo sperato. Abbiamo perso le elezioni per la Camera, perché i numeri non sono bruscolini, ma senza dare la soddisfazione di vederci morti a chi ce lo augurava. Anzi siamo vivi e vegeti. Ora, appuntamento al 26 maggio per le elezioni regionali, "girone di ritorno".