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27 feb 2013

Lo tsunami che verrà

di Luciano Caveri

Nessuno mai avrebbe pensato che alla sua prima uscita elettorale l'Union Valdôtaine Progressiste avrebbe fatto un risultato elettorale così eclatante da sfiorare per un soffio il seggio alla Camera con Laurent Viérin. Che il vento fosse stato favorevole, per essere onesti, lo avevamo percepito durante la estenuante campagna elettorale, ma che salissimo oltre quota 18mila voti non era davvero prevedibile. Da quella vetta di voti vengono le vertigini e cresce il senso di responsabilità, specie scorrendo il lungo elenco di Comuni dove abbiamo avuto il primo posto in termini di suffragi.

E questo malgrado il fatto di essersi presentati soli a queste elezioni con critiche, spesso feroci, a destra come a sinistra, ed in particolare da quel mondo autonomista cui in molti siamo appartenuti fino a ieri, come se fossimo degli eretici da scomunicare. Ma la "scomunica" del fortissimo potere costituito dal Palazzo regionale ha fatto cilecca, i valdostani si sono sentiti liberi di scegliere, ed i tentativi di attacco a risultati ottenuti mostrano un solo sentimento: la paura, per chi è arroccato al potere da almeno trentacinque anni, di perderlo. Ma il mondo è cambiato e nessuno può pensare di essere eterno e di agire come i vecchi "padroni del vapore", come si evince dal complesso risultato elettorale che dimostra spinte di cambiamento, pur contraddittorie, ormai ineludibili. Specie a fronte del fatto che il vecchio autonomismo autocratico sopravvive ormai solo con la stampella del Popolo della Libertà e dei berlusconiani locali: questa alleanza antistorica non potrà essere nascosta a lungo e anche i più creduloni dovranno constatare come sia stato messo all'asta un patrimonio di idee e valori per mantenere lo status quo il più a lungo possibile. Il lato umano sarebbe comprensibile se non si vedesse in controluce una crescente rete di "affaires" concatenati che poco o nulla hanno a che fare con la politica e l'amministrazione. Questo è il lato preoccupante, come se l'autonomia speciale fosse come un ponte minato che può saltare in aria da un momento all'altro. Su questo esiste una consapevolezza che sta ormai sconfiggendo conformismo e paure che hanno imprigionato una parte significativa dell'opinione pubblica. Urge un "punto e a capo" ed i segnali da queste politiche, al di là del risultato, sono evidenti e chi fa finta di niente sbaglia o lo fa per ostentare sicurezza, mentre lo tsunami delle prossime elezioni sta arrivando. E in quell'onda c'è anche la forza dell'Union Valdôtaine Progressiste.