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06 ago 2012

Nostalgia dei fumetti

di Luciano Caveri

Quando mi capita di andare nelle librerie francesi – tipo "Fnac" alle "Halles" di Parigi - sono sconvolto dalla quantità e qualità di "BD" (sigla di "bande dessinée") in vendita e che vengono beatamente sfogliati da nugoli di clienti che si aggirano fra le scansie. Non è una passione che ho. Forse l'unica lettura da adulto che ho fatto è di alcuni numeri imbattibili di "Asterix" e poco altro. Da ragazzino, invece, i fumetti erano "i fumetti", roba popolare non sofisticata. Da "Il Giornalino" in oratorio all'abbonamento a "Topolino", dall'acquisto in edicola de "Il Monello" e  dell'"Intrepido", alla lettura di "Tex Willer" e "Zagor" al ripetitivo "Diabolik" sino ad arrivare da ragazzo a "Linus" con fumetti conditi di molta politica all'epoca del mitico "OdB", Oreste Del Buono. Senza dimenticare che spesso si sceglievano i diari scolastici con una logica simile. Oggi temo che il cartaceo sia rovinato dalla logica "video" che sia attraverso una televisione o un computer nelle sue varie versioni. Ed è un vero peccato, senza giocare al passatista, perché il fumetto era comunque una forma di ginnastica mentale e ricordo - perché la carta stampata crea questa piacevolezza - il gusto dell'apertura del "numero nuovo", atteso a qualunque età durante la crescita. Ognuno, nella lettura, poteva avere le sue simpatie. Della "Walt Disney" mi sono sempre sentito un pochino "Paperino", ma chi mi ha sempre fatto più ridere è di certo "Pippo". Dell'"Intrepido" ricordo le avventure di "Billy Bis" e "Lone Wolf". Di "Tex Willer", oltre a lui, pistolero fuorilegge che diventa ranger, non si può dimenticare "Kit Carson" e i "Navajos", indiani già sdoganati rispetto al fatto di essere "cattivi", caratteristico dei western dell'epoca. Su "Linus", invece, a parte i diversi "Peanuts", c'era di tutto, spaziando dal "Mago Wiz" a "B.C.", da "Corto Maltese" alle vignette di Altan. Il ricordo mi offre la certezza che non esistono, nella formazione di ciascuno di noi, graduatorie di apporti culturali da catalogare rigidamente in "alti" e "bassi". Tutto aiuta a capire e a crescere.