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13 lug 2011

Ad usum Delphini

di Luciano Caveri

Purtroppo la lettura dei giornali mi ha obbligato a tornare sul luogo del delitto e prometto che sarà l'ultima volta che vi proporrò qualche pensiero sulla manovra finanziaria, definita già qui - poco elegantemente - una "mazzata". Non dirò dell'aumento del prelievo fiscale, dell'allungamento dell'età pensionabile, dei tagli di vario genere dalla scuola alla sanità, ma mi occuperò ancora e conclusivamente del colpo durissimo a Regioni (Autonome comprese) e Comuni. Credo che valga la pena di capire lo scenario in cui tutto questo si manifesta. Sono mesi che predico dappertutto i rischi che il nuovo "Patto sulla governance" finanziaria in Europa, riedizione del vecchio "Patto di stabilità", venisse usata - come già capitò con la versione già nota - come una clava contro il sistema autonomistico. Così è nei fatti e ciò avviene in Italia a chiusura, davvero tombale nella sua espressione più funebre, di una lunga stagione di bugie, più volte segnalate all'attenzione di voi lettori, sul famoso e fumoso "federalismo fiscale". Come ho già avuto modo di dire è come spacciare il "Tavernello" per un "Barbaresco" d'annata, cambiandone solo l'etichetta. Il sistema di controinformazione ha infatti trasformato con abilità una riformetta del riparto fiscale Stato-autonomie locali in una riforma epocale. Peccato che nella Costituzione vigente non ci sia federalismo "politico" e quindi non ci poteva essere di certo un federalismo "fiscale". Ma, come in un libro giallo, l'identità dell'assassino si svela nelle ultime pagine e così è oggi. Questa manovra colpisce al cuore, con sofferenza anche degli amministratori locali del Popolo della Libertà (tipo Osvaldo Napoli, deputato Presidente Anci e Ugo Cappellacci, Presidente della Sardegna, che coordina le "Speciali") che dovrebbero trarne le conseguenze, le autonomie, trasformandole nel capro espiatorio della manovra. Io spero che ci sia una ribellione e non si minimizzi "Ad usum Delphini", cioè manipolando le informazioni per nascondere una verità scomoda, una questione serissima.