Nessuno stupore

Un'istantanea di Enzo Massa dal sito ufficiale del Parco del Gran ParadisoChi si stupisce del disinteresse dello Stato verso il "suo" Parco del Gran Paradiso, assassinato dai tagli finanziari della manovra, dovrebbe studiare la storia del più vecchio Parco nazionale in Italia.
Questi tagli, in sostanza, seguono decenni di trasferimenti esangui con un progressivo peggioramento dagli anni Novanta, quando la retorica ambientalista portò al moltiplicarsi dei Parchi nazionali con i soliti favoritismi verso quelli del Sud, compresi quelli fasulli.
Per altro, se nel dopoguerra la nostra fragile autonomia speciale non si sarebbe potuta sobbarcare una regionalizzazione del Parco, già dagli anni Settanta questa invece sarebbe stata la svelta logica cui si contrapposero sia i partiti nazionali che la giurisprudenza della Corte costituzionale.
Ricordo discussioni feroci con chi, a destra come a sinistra, descriveva i montanari delle zone del Parco e gli amministratori regionali e comunali come degli speculatori grifagni pronti a cementificare le vallate del Gran Paradiso e fare strage di animali.
Peccato che ad uccidere il Parco sia l'asfissia conseguente ai mancati trasferimenti statali e chi pensa che la Regione autonoma paghi per una struttura che resta profondamente statalista, senza aver voce in capitolo, sbaglia di grosso.
"SOS Parco", dunque, passa attraverso la regionalizzazione, visto tra l'altro il modello vincente del Parco del Mont Avic.

Commenti

Ma c'è qualcosa che...

in questo contesto non vada regionalizzato?
E perchè per una volta non privatizzare la gestione? Creare magari un sistema per cui ognuno di coloro che partecipano dei benefici partecipino dei costi... E viceversa?
Il problema è considerare i parchi come musei...
A quel punto statali o regionali diventano buchi... che finche Pantalone riempie va tutto bene... ma quando Pantalone ha o avrà il fiato corto??? Perchè esiste un limite ai buchi che Pantalone (Stato o Regione che sia) può riempire...
A volte la soluzione piu semplice non è la piu lungimirante...
E poi magari dico un sacco di fesserie anch'io...

Sulla privatizzazione...

io non sono affatto contrario in termini generali.
Il "tout public" finisce per essere una scorciatoia che rende bulimica la spesa pubblica. Ma un Parco non può essere privatizzato.
Se cerchi negli scritti di Chanoux, nel solito libro-raccolta, vedrai che si occupò sin da subito del Parco e dei suoi rischi. E' stato, come sempre, buon profeta: la regionalizzazione del Parco, mantenendone l'unitarietà con il Piemonte, non sarebbe un'operazione contabile, ma profondamente politica, pensando che il Parco "occupa" in una logica statuale un pezzo enorme del territorio valdostano.

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