Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
26 giu 2010

Un buon giardiniere

di Luciano Caveri

Il senso identitario, che è una delle caratteristiche della valdostanità in quanto ne riassume gli elementi di originalità, non è un un insieme di valori dati una volta per tutte e neppure una semplice professione di fede o un'espressione meramente ideologica. E' semmai come un orto o un giardino che va coltivato quotidianamente e ciò vuol dire organizzarne gli spazi, scegliere le colture e accudirle, rispettare i tempi e combattere contro i diversi tipi di aggressione che ne minacciano l'equilibrio e l'esistenza.

L'esempio "naturalistico" dà anche il senso (pensiamo allo scambio nel mondo della flora fra i diversi Continenti) di come l'identità non sia mai una fotografia fissa, ma sia come in un film in un insieme di sequenze in movimento che danno conto dell'evoluzione. Il valdostano e la comunità di oggi non sono come erano un anno fa e a maggior ragione come erano state dieci anni fa o furono cento o mille anni fa. «Panta rei», tutto scorre. In questo divenire, che consente di vedere apparire novità e mantenere persistenze, l'identità valdostana resta una delle chiavi della nostra specialità, intesa come patrimonio materiale e immateriale che fondano, come una precondizione, le basi su cui si erge la nostra autonomia speciale, intesa - oggi come nel passato - come quell'insieme di rapporti giuridici che, nel raccordo con l'esterno, fondano il nostro modo di essere verso noi stessi e verso gli altri, compresa la percezione che gli altri hanno di noi. Questo vuol dire che essere conservatori non ha significato, se significa rifiutare ogni aspetto innovatore, ma all'opposto essere progressista, se significa rigettare ogni tradizione, appare un estremismo altrettanto inutile. L'equilibrio, soluzione mediana di buonsenso, rischia di essere un equilibrismo, ma non esiste strada diversa da percorrere. A condizione che mentre la discussione incalza e bisogna occuparsi degli affari correnti e progettare il futuro (una bella frase dice "Chaque jour est le tremplin du lendemain") l'identità non svapori a beneficio di una scialba uniformità, sogno di ogni totalitarismo. Su questo è bene vigilare, come un buon giardiniere.