"Quand la Chine s' éveillera... le monde tremblera". La celebre profezia di Napoleone Bonaparte viene di tanto in tanto ripetuta, specie quando - come avviene di questi tempi - la Cina cresce in barba alla crisi mondiale in quello strano misto di liberalizzazione economica e sostanziale mancanza di democrazia che ne fa un caso unico. Ricordo i racconti di alcuni industriali valdostani che, disgiuntamente, mi dicevano della loro visita in fabbriche cinesi dove erano rimasti inorriditi delle condizioni disumane di sfruttamento: segno tangibile di una crescita forte che in parte è legata proprio alla mancanza di regole e a quel costo del lavoro che è stata una sirena per molte "delocalizzazioni" (talvolta anche a detrimento di alcune nostre fabbriche locali), in parte già fallite. Colpisce ora - sarà perché sono proprietario di una "Volvo"... - l'acquisizione da parte della "Geely" cinese della celebre fabbrica d'auto svedese, che personalmente avevo scelto per quelle caratteristiche scandinave di rusticità e sicurezza. Una campagna acquisti che certo non si fermerà nel segno di quella intuizione napoleonica che fa venire qualche brivido pensando come la Cina sia e resti un Paese che spende follemente per gli armamenti.