Inceneritore
Guido Bertolaso, Sottosegretario per la Protezione Civile, ieri era ad Acerra per l'inaugurazione del nuovo inceneritore dei rifiuti (capisco che "termovalorizzatore" è un termine ipocrita) pareva contento.
Ovvio per chi si è occupato dei rifiuti in Campania per parecchio tempo e ho raccolto in passato dei suoi commenti che spero un giorno scriva nelle sue memorie. Senza violare un vincolo di amicizia: era atterrito dall'idea che le popolazioni protestassero contro ogni forma di trattamento dei rifiuti, pur producendone quantità impressionanti, senza dire della demagogia dei politici - con nome e cognome - che cavalcavano proteste e soprattutto paure.
Il tema dei rifiuti sarà anche da noi un bel problema, visto che la grande discarica di Brissogne sta esaurendo le proprie potenzialità. Mi ero espresso con chiarezza sul fatto che o sono dei matti nei Paesi Scandinavi, in Svizzera, nel Principato di Monaco o in Provincia di Bolzano (per citare alcuni casi) oppure l'incenerimento non va demonizzato.
Capisco che un argomento importante per la decisione è la possibilità, che all'epoca sembrava fattibile, di incenerire una larga parte della "montagna" di rifiuti della discarica, orrido biglietto da visita alle porte di Aosta. Su questo immagino avremo notizie a breve.
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Commenti
Incenerire la democrazia...
Nel libro “ACAB – All Cops Are Bastards” di Carlo Bonini, uscito all’inizio di quest’anno, si ripercorre la parabola di tre poliziotti, un Vicequestore e due “celerini”, che coinvolti in prima persona nei fatti di Genova del 2001 (il dirigente, Michelangelo Fournier, è uno dei condannati nel “processo Diaz”), iniziano ad interrogarsi sulla spirale d’odio che sempre più avvolge l’Italia e sul loro essere uomini di destra (compiendo, peraltro, un “outing” tutt’altro che facile nel nostro Paese, vedi Travaglio di mercoledì mattina su “L’Unità”). Il capitolo conclusivo racconta la “trasferta” del vicequestore Fournier nel circondario di Napoli, a comando di squadre del Reparto Mobile chiamate ad intervenire nello scenario della protesta sui rifiuti. Ebbene, prima di recarsi sui luoghi del servizio, il dirigente si fa accompagnare in giro per l’abitato limitrofo, per un “tour d’horizon” del contesto in cui dovrà muoversi, ed alcune scritte notate su un muro corroborano in lui le sensazioni manifestate si dalla prima pagina del volume. Gli slogan anti-rifiuti appaiono infatti, su quella parete, assieme alle sigle delle tifoserie che ogni domenica si identificano, nelle varie curve, sotto l’insegna del “All Cops Are Bastards”. Così come non c’è niente di sportivo in quei gruppi di disordinati, non v’è nulla di sociale, o politico, in quella protesta. Come sottolinea Bertolaso, vari politici la cavalcano, ma sarebbe bene andare fino in fondo e dire che, con tutta probabilità, in alcuni casi, quel “salire sulle barricate” affonda le sue radici in un substrato torbido, in cui odio e disordine di strada costituiscono una sorta di moderna “strategia della tensione” della criminalità organizzata. Non mi stupisce pertanto il paradosso visto nel fatto che i primi ad agitare le acque siano, in qualche modo, le cause del problema, producendo quantità industriali di rifiuti. Vengono agitate a seguito di un disegno e chi ha approfondito la questione, come Bertolaso, verosimilmente ne è cosciente. Mi fa inorridire, piuttosto, il fatto che chi si erge a megafono dei mali di quella terra, leggi Roberto Saviano, dimentichi completamente, nelle pagine del suo “Gomorra”, di esplorare proprio questo aspetto, ovvero il cosiddetto “terzo livello”, la terra di nessuno in cui politica e malaffare si stringono la mano. Se così avesse fatto, Saviano avrebbe ragione di andare da un Fazio più prostrato che mai a lagnarsi della sua “vita dopo Gomorra”. Così non è stato, però, e la sensazione che la corazzata Mondadori abbia piazzato il colpo televisivo soprattutto per superare i due milioni di copie del libro del giovane campano resta forte quanto l’olezzo di rifiuti nelle zone presidiate, in quei giorni, da Fournier e i suoi uomini.
Già...
i tuoi intetrrogativi sono assolutamente legittimi. Devo dire, tra l'altro, che mi sono sempre chiesto se questo Fournier fosse o no di origine valdostana, ma non ho mai trovato nulla.
I rifiuti, come le acque pulite e sporche, sono un grande affare e bisogna vigilare dappertutto per evitare che si inseriscano fenomeni di malaffare.
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Il problema dei rifiuti è sicuramente un tema di attualità. Pensare di arrivare ad una situazione dove oltre al differenziato spinto al massimo si giungesse ad una mentalità di rifiuti tipo zero, ovvero nessun imballaggio per qualsiasi prodotto venduto richiederà almeno qualche decennio, per cui allo stato dei fatti la costruzione di nuovi inceneritori non può che essere vista con entusiasmo, semprechè non si vada a bruciare qualsiasi cosa compreso riufiuti tossici tanto per fare buon peso con tanti saluti all'aria al profumo di mughetto.
Comunque, per gli irriducibili contrari agli inceneritori, l'idea di vedere anche da noi arrivare le immondizie al primo piano delle abitazioni come di recente nella regione Campania sarebbe un pò troppo da "molletta al naso".
Però vuoi mettere il ritorno di pubblicità!
Giovedì chiacchieravo...
con un caro amico, già citato in altro post, che si occupa di ambiente ed inquinamento da tecnico (o ecologista nel senso vero del termine), di termovalorizzatori ed inceneritori.
Mi diceva che quello di Acerra, per i tecnici, suscita polemiche perchè non sono conosciuti i dati tecnico/costruttivi dell'impianto. Altrimenti, altrove, sono funzionanti buoni impianti.
Certo è il punto, che si deve arrivare alla massima riduzione delle produzioni da incenerire o termovalorizzare. Buone sono le intenzioni dell'assessore Zublena che ha espresso l'impegno della Regione in questa direzione ma deve essere proposto e accettato dalla popolazione come impegno prioritario. Deve, per forza, essere sempre obbligo sancito da una legge?
La differenziata...
sarà sempre più un dovere e chi non corrisponderà pagherà di più. Per l'inceneritore ci vuole una norma.
Per ora personalmente aspetto l'esito degli studi: il prendere o lasciare non sarebbe serio.
Sicuramente gli studi.
Le analisi, ad ampio spettro, devono essere fatte e su quelle decidere. Anche le spinte per differenziare.
Spero in tempi congrui per non arrivare all'emergenza discarica con tempi stretti e provvedimenti d'urgenza. I malumori fanno più danno delle varie misure di polveri sottili.
Il problema...
tipicamente italiano è che a fronte di una genialità fuori del comune si contrappone una stupidità anche lei fuori del comune.
Mi spiego, sono state indette serate sul tema del problema rifiuti e vi era la partecipazione di esperti di sistemi di smaltimento (incenerimento, ecc.). Molti che non hanno partecipato si sentono poi in dovere di parlare su cose che non sanno o sanno per sentito dire, è un po' come il tam tam della giungla e ad ogni passaggio la parola cambia significato fino a stravolgersi del tutto.
I termovalorizzatori non sono da demonizzare ma vanno costruiti seguendo criteri precisi e soprattutto, senza ladrarci sopra, come spesso accade nelle opere pubbliche italiane. Si tratta di opere che, come giustamente hai detto, in altri Paesi sono in funzione da tempo, con ottimi risultati. Un po' di tempo fa avevo mandato una mail ad un nostro politico che faceva parte di un comitato per i rifiuti, circa l'utilizzo della pirolisi al posto del tradizionale incenerimento, ma non so se mai l'ha letta.
In effetti...
il problema alla fine è semplice: l'incenerimento va accompagnato da una politica fortissima di differenziata, ma rifiuti zero non esiste a meno di ricorrere al mago Silvan.
Sull'impianto in Valle, tenendo conto - mi pare - che per ora l'offerta piemontese di lavorare insieme sull'impianto canavesano sia stata respinta, per me è dirimente, per non riprendere eventualmente quella strada di collaborazione, la questione "montagna" bruciabile o no.
Però...
dal momento che siamo quasi coetanei, ricordi quando lo zucchero era venduto a palettate ed il tonno a pezzi senza tante scatole, scatolette...
Gli imballi erano pochissimi. Per contro una serie di norme impone imballi a volte da fantascienza ma su altre cose si potrebbe ritornare un po' al passato. Mai provato ad aprire una confezione sottovuoto per chiavetta usb!
Un delirio! Quanta rumenta ti rimane fra le mani.
Ho verificato...
per un breve periodo quanto una persona normale, come me, produca come rifiuti. Un'autentica pazzia, frutto anche - attenzione! - di norme igienico-sanitarie da paranoici che moltiplicano i contenitori e dalla necessità di rendere il packaging sempre più allettante!
La pazzia...
è che in un negozio normale ci facciamo un sacco di "seghe mentali" se un prodotto non ha la carta, il cellophane, se non è incartato da solo, se non troviamo il guanto monouso per la frutta... e poi andiamo al mercato e ci sbizzariamo a toccare tutto quello che ci viene a tiro, frutta e verdura compresa, le mani che toccano sono tante ma al mercato sembra quasi sia un segno di genuinità.
Siamo dei pazzi furiosi.
Caro Luigi...
hai, purtroppo, ragione.
Purtroppo, perché ci si impone di vivere in un mondo standardizzato ed igienizzato: tipiche la misura delle zucchine o l'ambiente da sala operatoria in cucina. Guarda le pubblicità in televisione, tutti i barattoli da pulizia sono votati a sterminare qualche batterio-germe-acaro infido e malefico. La stessa cosa vale per i cosìchiamati "packaging" estremamente importanti e ammiccanti, tanto da essere oggetto di design, i quali contornano la nostra mozzarella da sessanta grammi come, se non di più, la "Federal Reserve" americana il tesoro USA.
Cosa curiosa? C'é una controtendenza, in barba alle strette norme igieniche (?), negli ipermercati della catena "Auchan" ci sono dei silos "fai da te" che somministrano il riso, i corn flakes arrivando ai legumi e finendo con i dolciumi. In pratica, con uno sconto, porti a casa un prodotto di marca in sacchetto anonimo. Per onor del vero, devo riportare, che molti casi di cornflakes depressi dall'anonimato, sono finiti sul lettino del cerealista di fiducia. Se la sono cavata meglio i detersivi, che pubblicizzati da un armadio erogatore, si lasciano andare sorridenti, in bottiglie pluriuso.
A Torino, città e provincia, sono sparsi altrettanti armadi erogatori di latte freschissimo da prelevare con l'apposita bottiglia "usa&riusa".
Volendo, potremmo dare una grossa botta ai rifiuti in discarica. Ha imparato mio padre, mentore del "io-pago-le-tasse-e-faccio-quello-che-voglio", a dividere le sue cose e a fare in modo che ci sia meno indifferenziato.
E non abita in VdA. Noi, che invece "abitiamo" questa possibilità, potremmo fare la differenza.
Iniziamo con gli erogatori? Facciamo finire sul lettino dell'analista le discariche!
Ma hanno...
già trovato che non si rispettano tutte le norme igieniche per i distributori di latte...
E' un casino ma prima o poi si dovrà tornare indietro da questo mucchio di scemate che imperano un po' ovunque. I dispenser sono la cosa più ovvia e poco impattante come rifiuti che possa esserci , un po' come l'apparecchiatura per farsi a casa l'acqua gassata da bere che metterebbe, se si sviluppasse più di tanto, i bastoni fra le ruote ai produttori di bottiglie ecc. ecc.
Ci sono equilibri delicati che se si rompono...