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31 mar 2022

Il ritorno dei visi

di Luciano Caveri

Già andando a Chamonix qualche settimana fa, in una delle mie gite Oltralpe che amo per le ovvie similitudini ed i legami storici, avevo visto come in Francia si fosse scelta con qualche anticipo la cessazione di alcune misure di profilassi, cui ci eravamo abituati in questo lungo periodo di pandemia. Andato ad Annecy in queste ore, ho visto invece un sostanziale "liberi tutti", che da noi è progressivamente stato postposto nelle settimane a venire. Comunque sia, questa "libertà" francese è stata un'esperienza spiazzante, perché apparsa come un epilogo che si spera essere veritiero di un'epoca cupa. Quel che colpisce e stupisce in positivo è ritrovare perché senza più mascherina i visi delle persone, che sono poi fra gli aspetti principali della nostra capacità di riconoscere gli altri e di percepire noi stessi. Inutile dire quanto ci sia mancato vederci nella completezza dei nostri lineamenti. L'assenza del sorriso, ad esempio.

Si può ormai sorridere sulla fisiognomica, parola che deriva dal greco "physis, natura" e "gnosis, conoscenza", che indica quella che ormai è considerata una disciplina pseudoscientifica che affonda le sue ardici nell'antichità. Troviamo riferimenti allo studio di particolarità fisiche in rapporto alle particolarità soggettive a partire già dal V secolo e, almeno fino al XIX secolo, è stata utilizzata e considerata, con un apice di notorietà ed interesse durante il XIV secolo, quando veniva insegnata anche nelle università. Poi il declino, tant'è che oggi viene valorizzata da cascami spiritualistici o simili attraverso discipline che non hanno fondamento. Vivacchia ormai senza fortuna la sublimazione della fisiognomica nello studio della criminalità, di cui fu maggior interprete Cesare Lombroso (1835-1909). Nella sua opera principale, "L'Uomo Delinquente", Lombroso distinse diversi tipi di criminali: il delinquente nato, nel quale si assommano le ricordate anomalie regressive e per il quale la criminalità è insita nella propria natura, e che è considerato soggetto non recuperabile, da sopprimere o da rinchiudere, in nome del diritto della difesa della società che in questi casi si sostituisce al diritto di punizione. La quintessenza di questa teoria, quale egli la ha esposta e modificata, è che una certa percentuale di criminali, dal 35 al 40 per cento sono nati con disposizioni criminali e che in essi si possono constatare caratteristiche anatomiche e fisiologiche particolari. Tuttavia anche se queste teorie sono ormai il passato, è vero che nella nostra testa esistono "personaggi tipo", che si trovato fissati nella cornice stessa delle maschere che rappresentano. Questi personaggi ovviamente cambiano nel tempo e derivano da diversi stereotipi. Lo vediamo dai libri nella descrizione dei personaggi a seconda dei ruoli e dei caratteri e diventa macroscopico con i film e la scelta degli attori avviene certo sulla base della loro faccia e di cosa esprimere. "La bella", "il cattivo", "il debole", "l'infingardo" e via con visi cliché. Certo oggi non la chiamiamo più "fisiognomica" ma "fisionomia", che sarebbe da dizionario "l'espressione del viso che è propria di ogni persona e che nasce dall'insieme dei lineamenti e dal loro atteggiarsi". Mi ha sempre fatto sorridere che al Casinò di Saint-Vincent ci fossero sin dai primi anni i cosiddetti "fisionomisti" in grado di risolvere il viso di giocatori che possano truffare o creare problemi alla Casa da gioco. Tra poco anche i giocatori saranno... smascherati.