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30 nov 2019

Parole nuove, figlie dei tempi

di Luciano Caveri

Sigmund Freud, che come indagatore della mente e dell'animo umano ha avuto pochi eguali, diceva delle parole: «Le parole erano originariamente incantesimi, e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l'insegnante trasmette il suo sapere agli studenti, con le parole l'oratore trascina l'uditorio con sé e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente». Ecco perché le parole cambiano nel tempo, nascono e muoiono, svettano e precipitano, mutano di pelle e tornano alle. Per me sono strumento di lavoro e di passione e le ho adoperate in contesti diversi.

Per questo mi ha incuriosito un articoletto tratto dal sito della pubblicazione svizzera "Le Matin", che così recita: «Chaque année, "Oxford Dictionnaries", qui édite le dictionnaire de référence pour la langue anglaise, désigne le mot qui reflète le mieux "l'humeur ou les préoccupations de l'année en cours". En 2018, c'était "toxic" (toxique) et, en 2017, "Youthquake" (séisme de jeunesse). Ce dernier terme faisait référence au fort engagement des jeunes en politique et l'utilisation de cet idiome avait été multipliée par cinq cette année-là. L'emploi d'un mot fait en effet également partie des critères de choix de l'institution. Et, en 2019, l'expression choisie a été 100 fois plus utilisée en anglais que l'année précédente: il s'agit de "climate emergency" (urgence climatique). Défini, selon Oxford, comme "une situation dans laquelle une action urgente est nécessaire pour réduire ouarrêter le changement climatique et éviter des dommages environnementaux potentiellement irréversibles" cite le "Guardian", cette expression est ainsi passé d'une relative obscurité à l'une des plus débattues en 2019. Oxford a constatéque, cette année, le mot "climat" est devenu celui qui était le plus associé au mot "urgence", trois fois plus même que "urgence médicale". Il est précisé que, s'il s'agit ici de deux mots et non d'un, ce genre d'association, du même que "crise cardiaque" par exemple, peut tout à fait être admise comme mot de l'année». Deve fare riflettere questo concentrarsi su questo tema e non a caso la personalità probabilmente più citata nell'anno che sta finendo è Greta Thunberg, la giovanissima svedese paladina di un mondo ambientalista che denuncia quanto in realtà era già noto da tempo, ma ora la bolla è scoppiata davvero. Aggiunge perciò il quotidiano svizzero: «Habituellement, la liste qu'examine chaque année Oxford se compose de mots concernant des sujets variés, reflétant les nouvelles tendances linguistiques. Mais pour 2019, une décision inhabituelle a été prise: celle de se concentrer uniquement sur des mots liés au climat, tant l'impact de la problématique était évidente sur le langage. Et donc "urgence climatique" a battu "crise climatique", "action climatique", "négation climatique", "extinction", "honte de voler" (en avion) ou encore "réchauffement global"». Vedremo cosa diranno i dizionari italiani. Ricordo intanto le parole che entrarono quest'anno nello "Zanichelli" e che disegnano un mondo troppo spesso "contro". Difatti la prima parola citata è "antitutto" (chi si oppone sistematicamente ad ogni iniziativa o proposta), cui si aggiunge il non casuale "antivaccinista" o "no vax" (chi è contrario alla vaccinazione obbligatoria). Interessante, sempre in tema protestatario il verbo, che trovo agghiacciante, "buare" (disapprovare un artista, uno spettacolo, eccetera, mediante ripetuti "buu") e figlia dei tempi la nuova attività che si concretizza in "antibufale" (misure per contrastare la diffusione delle "fake news"). Stupisce il neologismo "allertatore" (chi segnala qualcosa di anomalo o di preoccupante) e preoccupa un fenomeno palpabile e cioè "analfabetismo funzionale" (condizione di chi, pur non essendo analfabeta, non è in grado di comprendere o redigere un testo minimamente complesso). Figlio della crisi che non demorde è il "credito deteriorato" (quando il debitore è in una situazione di permanente difficoltà nell'onorare il debito) così come l'orrendo "radicalizzato" (chi ha assunto posizioni più radicali e in particolare si è avvicinato a quelle dell'estremismo islamico). La materia fiscale resta incandescente e emerge "elusore" (chi riduce o elimina il carico tributario mediante comportamento giuridicamente lecito) ed appare nel dizionario la "flat tax" (sistema fiscale non progressivo basato su aliquota fissa) Il "badantato" (servizio di assistenza svolto da badanti) è conseguenza del progressivo invecchiamento e delle famiglie monoparentali, mentre fanno capolino il "muscolarismo" (esibizione di forza muscolare ostentazione di energia o, talora, di aggressività) ed il "salottismo" (il fenomeno delle riunioni nei salotti mondani, la frequentazione di tali salotti, in un'accezione sarcastico/spregiativa). Viene da menare le mani a leggere dell'esistenza del "vipparolo" (frequentatore o esponente del mondo, dell'ambiente dei vip) e della "figaggine" (nel gergo giovanile, caratteristica di chi, o di ciò che piace, si fa ammirare, è alla moda). Fa quasi paura "aspirazionale" (detto di chi aspira a livelli di vita e di consumo più elevati) e fa tremare l'evidente "iperconnesso" (persona che fa ampio o eccessivo uso di dispositivi digitali connessi alle reti telematiche). Molto usato è "spoilerare" (anticipare alcuni particolari della trama di un film, di un romanzo, eccetera, rovinando l'effetto sorpresa), così come "stalkerare" (molestare insistentemente qualcuno sottoponendolo a "stalking"). Degno della fantascienza "tecnoscettici" e "tecnodigitali" (versione aggiornata e banalizzata degli "apocalittici" e "integrati" di Umberto Eco) e della nuova tecnologia "var" (sigla di Video Assistant Referee, ovvero la tecnologia che consente all'arbitro di rivedere un'azione al replay, nel corso della partita). Seguono a ruota altre due parole calcistiche: "triplete" (la vittoria ottenuta da una squadra, nel corso dello stesso anno sportivo, nelle tre competizioni principali, cioè nel Campionato, nella Coppa nazionale e nella "Champions league") e "tuttocampista" (nel linguaggio del giornalismo sportivo, è il calciatore in grado di coprire con profitto ogni ruolo nelle varie zone del campo). Aspettiamo le novità 2020 con qualche timore...