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28 ott 2019

Col de Joux: storia locale ma significativa

di Luciano Caveri

Storia locale ma significativa e come tale meritevole di essere evocata, sapendo bene che ci sono temi ben più vasti, ma spesso il piccolo diventa esemplare. C'è un sindaco, Mario Borgio, primo cittadino di Saint-Vincent, che ha deciso - cambiando idea rispetto al suo stesso passato - di chiudere gli impianti di risalita del Col de Joux. Lo sostiene da qualche tempo ed ha profittato per svoltare nel senso voluto del momento in cui la sola seggiovia del comprensorio doveva essere sottoposta alla periodica revisione tecnica. In un'assemblea pubblica, iniziata con un lungo spiegone sul cambiamento climatico di un membro della sua maggioranza come ragione a fondamento della fine del domaine skiable, aveva annunciato questa chiusura drastica e poi, a fronte di un pubblico ostile, aveva proposto momenti di confronto e scelte condivise sul futuro del Colle.

Le cose sono andate molto diversamente e non faccio una cronistoria eccessiva, limitandomi ad una sorta di saga delle delibere di Giunta, gli atti con cui un Comune deve esprimere, rendendole concrete, le proprie volontà politiche con il supporto - notate bene - del visto di legittimità degli uffici, in primis del segretario comunale ed in certi casi del revisore contabile. Per essere concreti in un Consiglio comunale del 30 settembre spunta una discussione sul Col de Joux per una variazione di bilancio con cui il Comune intende "affidare" una concessione. In realtà sulla "Gazzetta Matin" la mattina di quello stesso giorno il sindaco Borgio aveva già esplicitato le sue intenzioni con chiarezza, prima di parlarne in Consiglio. Così cito dall'articolo del 30 settembre scorso a firma Danila Chenal, che comincia con un perentorio: "La stazione del Col de Joux diventerà "zero sci". A gestirla nel prossimo biennio sarà "Fiabosco", una rete di parchi emozionali". E Borgio più avanti dice: "Concluso il triennio di gestione della "Snowmet", l'amministrazione si è messa alla ricerca di una soluzione. La nostra determinazione e il nostro passa parola alla fine hanno dato frutti. Di contatto in contatto siamo arrivati a "Fiabosco" di Castellamonte e abbiamo colto la palla al balzo". Poi più avanti la giornalista configura parte dell'accordo: "Il Comune investirà 70mila euro nel 2019 e altrettanti nel 2020 per l'acquisto di giochi e "Fiabosco" ne investirà altrettanti per la promozione e la pubblicità del parco". Strano "do ut des"... Il Consiglio si riunisce la sera stessa e, tranne la Giunta comunale che ha già deliberato ma non lo dice, gli altri consiglieri pensano che lo stanziamento del denaro per concretizzare l'operazione sia la premessa ad una delibera di Giunta con un appalto, così come previsto in una risoluzione estiva votata in Consiglio dalla stessa maggioranza. Errore! Nessuno lo ha detto in Consiglio, ma la delibera era già stata approvata l'11 settembre! Questa mancata comunicazione si scopre al momento della pubblicazione dell'atto 23 giorni dopo (la legge regionale prevede che avvenga entro otto giorni, quella nazionale prevede anche che ai capigruppo del Consiglio vadano fornite tempestivamente le delibere, altro che il silenzio!). Apriti cielo! Cosa si scopre, oltre all'ipotesi di un debito fuori bilancio, che spetterà alla Corte dei Conti appurare? Si certifica che - incredibile! - si è evitato, come si doveva invece fare, una gara per l'affidamento, ma - come già detto al giornale - si è scelto invece direttamente e improvvidamente di dare una concessione senza permettere ad altri la possibilità di competere. Sfugge come questo possa avvenire sulla base delle normative vigenti. Leggendo la delibera, ci sono altre cose su cui si potrebbe discutere e dubitare, ma, senza voler sparare sulla "Croce Rossa", ciò che rende tutto illegittimo e illegale sul piano amministrativo è l'assenza di una gara per l'affido di una concessione. Sul piano politico, parimenti importante, è gravissima la scelta di mentire all'assemblea consiliare deliberatamente, così come è deprecabile rimangiarsi la promessa fatta ai cittadini di trovare soluzioni condivise per il futuro della stazione sciistica. Per completezza va detto che a seguire viene pubblicata a ottobre una delibera, sempre sul Colle, dallo scarso contenuto votata dalla Giunta ad agosto (sic!), cui segue un'altra delibera che affida (anzi, "aggiudica", come se ci fosse stata una gara!) uno studio all'Università della Valle d'Aosta per "valutare la sostenibilità economica degli impianti di risalita", che suona come una beffa, visto che non si sono messi i soldi (Regione compresa) per la messa a norma della seggiovia e bisognerebbe farlo nel 2020 anche per lo skilift. Singolare che si decida uno studio dopo il "basta sci" quale evidente e pugnace scelta del Sindaco Borgio. Ciliegina sulla torta si decide un incarico professionale con decreto del sindaco (sicuri che si possa fare con questo strumento?) che ha come oggetto: "Servizio legale inerente la concessione di beni per attività ludico ricreative e bar ristorante al Col de Joux". Insomma per uscire dal caos e per evitare guai si chiede ad un avvocato come fare! Sarebbe interessante - e spero che lo faranno le opposizioni in Consiglio comunale - leggere il testo di questo "servizio legale". Affaire à suivre, perché si attende che nella maternità della Giunta comunale stiano per essere partorite altre delibere che potrebbero infine raggiungere scopi simili a quella che dovrebbe essere revocata o forse la revoca è già avvenuta mentre scrivo senza clamore! L'opacità della storia resta evidente e si aspetta la pubblicazione per capire come si è usciti da quello che, per buonismo, si può chiamare una impasse. Esiste, tuttavia, una certezza con il precedente affidamento diretto. Perché, qualora anche si tornasse al punto zero e si mettesse in piedi una procedura amministrativa corretta (consultazione preliminare di mercato, bando pubblico di concessione con relativa gara ed affido tramite "Centrale unica di committenza"), come potrebbero gli operatori economici interessati non impugnare una gara che vedesse vincitore "Fiabosco"?

P.S.: Pare che chi abbia chiamato al telefono "Fiabosco" si sia sentito dire che l'attività a Castellamonte è chiusa e che apriranno al Col de Joux il 20 dicembre: strano davvero, perché sarebbe come mettere il carro davanti ai buoi...