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08 ago 2019

Zorro ha cent'anni

di Luciano Caveri

Il successo di Zorro - noto personaggio vendicatore dei poveri contro i soprusi dei potenti che compie in queste ore cent'anni - lo si vede a Carnevale, quando miriadi di bambini si travestono nell'eroe che ha forgiato generazioni. Lo sfigato e accomodante don Diego della Vega con una mascherina si trasforma nel coraggioso e indomito Zorro e dunque per ognuno di noi - me compreso - bastava un travestimento carnevalesco improbabile con spadina di plastica, mantellina nera, buffetto disegnato e volto celato per trasfigurarci e accennare con l'attrezzatura in dotazione la famosa "Z", griffe del nostro beniamino quando firmava le sue imprese.

Ciò era dovuto all'influenza con quegli episodi in televisione, ancora replicati nelle estati attuali, in cui - nel breve volgere di una mezz'ora, dopo la sigla con Zorro sul fido "Fulmine" in impennata, sfida la notte mentre un fulmine illumina la scena in modo drammatico - Zorro compie la buona azione quotidiana nella bella California contro gli spagnoli cattivi e i loro complici. A sdrammatizzare il tutto restava il fatto che le truppe erano guidate dal ciccione tenente Demetrio Lopez Garcia e che molti meriti nelle imprese zorriane erano frutto del ruolo del servitore sordomuto, il furbo ed ammiccante Bernardo. Certo, uno più cresceva e poi guardava le storie con un certo scetticismo: come diavolo era che nessuno riconosceva Zorro e bastava una misera mascherina perché tutti si chiedessero «chi è Zorro?» come degli stupidi? Da adulto la vera vendetta è stata semmai che Antonio Banderas, Zorro guardato con cupidigia dalle nostre donne, sia finito poi a parlare con una gallina negli spot del "Mulino Bianco" Barilla... Ma torniamo a Zorro: consiglio la lettura sul sito "letturefantastiche" degli approfondimenti coltissimi e acuti di Gianluca Turconi, che racconta come Zorro nasca sulla base di un tizio assai controverso: «Joaquin Murrieta, nato nell'attuale contea di Tuolumne in California nel 1830, uomo pacifico spinto a ricercare la vendetta dopo che lui e suo fratello furono ingiustamente accusati di aver rubato un mulo. Il fratello fu impiccato e Joaquin venne frustato. Addirittura, in un'altra versione del racconto, la giovane moglie subì uno stupro e morì tra le sue braccia». Morale: divenne un bandito leggendario e spiega l'autore: «L'evoluzione di Murrieta verso il personaggio letterario di Zorro si perde a cavallo tra XIX e XX secolo in una serie quasi interminabile di rimaneggiamenti destinati ai magazine popolari, riviste di storie a puntate di grande successo, fino a quando Johnston McCulley pubblicò nel 1919 la prima parte de "La maledizione di Capistrano" (titolo originale: "The curse of Capitrano") su "All-Story Weekly", settimanale di letteratura popolare divenuto successivamente "L'Argosy"». Ecco spiegato il secolo di vita dell'eroe in nero! Aggiunge Turconi: «In quest'opera apparve per la prima volta il personaggio di Zorro, nome che in spagnolo significa "volpe", per sottolineare la furbizia e l'inafferrabilità del nuovo eroe. A grandi linee, la storia di Murrieta è ancora riconoscibile dall'origine ispanica del protagonista e dall'ambientazione californiana della storia, nella Los Angeles di fine XVIII secolo. Tuttavia altre influenze letterarie hanno fortemente modificato il personaggio». Ma poi spiega in un altro articolo il ruolo di cinema e televisione: «Due anni dopo la pubblicazione de "La maledizione di Capistrano", questa storia non fosse stata scelta per il film "Il segno di Zorro" (titolo originale: "The Mark of Zorro") dall'attore e produttore statunitense Douglas Fairbanks. La simbologia del giustiziere mascherato che lasciava la propria zeta firmata con la spada, risultò particolarmente efficace in un film muto senza dialoghi. Il successo fu replicato nel seguito di questa pellicola, intitolato "Don Q: il figlio di Zorro" ("Don Q: Son of Zorro"). Di minore qualità rispetto al primo film, questo secondo capitolo contribuì comunque a rinsaldare la posizione del personaggio di Zorro come leggenda americana. Ogni successiva opera cinematografica e televisiva basata sulla storia di Zorro può essere fatta rientrare in due categorie principali delineate già dai film degli esordi: pellicole in cui il protagonista è l'eroe stesso e la storia non è altro che una variante più o meno fedele della leggenda originale. I titoli di questa categoria sono "The Mark of Zorro" (1920), "The Bold Caballero" (1936), "Zorro's Fighting Legion" (1939), "The Mark of Zorro" (1940), la serie televisiva "Zorro" di Walt Disney (in prima visione dal 1957 al 1959), la serie televisiva "Zorro" della "New World" (in prima visione dal 1990 al 1993), "Zorro: La Espada y la Rosa" (2007), pellicole in cui il protagonista è un discendente dello Zorro originale o un terzo che dopo aver udito la leggenda decide di indossare la maschera di Zorro. A questa seconda categoria appartengono: "Don Q, Son of Zorro" (1925), "Zorro Rides Again" (1937), "Zorro's Black Whip" (1944), "Son of Zorro" (1947), "Ghost of Zorro" (1949), "The Mark of Zorro" (1974), "Zorro" (1974), la serie televisiva "Zorro and Son" (1983), "The Mask of Zorro"(1998), "The Legend of Zorro" (2005). Oltre alla storia particolarmente appetibile per il grande pubblico, fu di particolare importanza per il successo di Zorro come personaggio cinematografico il fatto che un altro grande divo popolare come Tyrone Power lo interpretò nel rifacimento de "Il segno di Zorro" nel 1940». Più avanti Turconi racconta di come Walt Disney si accordò con la "Abc" per dar vita alla serie televisiva storica: «Fu solo nel 1957, dopo che "Disneyland" si fu rivelato un grande successo, che la "Abc" si accordò con Disney per un nuovo finanziamento comprendente anche la realizzazione della serie su Zorro. Questo avvenimento segnò la consacrazione di Zorro come leggenda televisiva, grazie alla realizzazione di una serie di culto, e anche l'inizio di una lunga e complicata controversia legale tra "Disney" e la "Abc" in merito a chi possedesse realmente i diritti sul personaggio. Indipendentemente dalle questioni legali, questa prima serie televisiva fu un successo enorme, al di là delle più rosee aspettative dei finanziatori». Il resto lo abbiamo detto e Zorro è così entrato nella vita di tutti noi e ci resterà in modo indelebile.