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27 dic 2017

Natale senza alieni

di Luciano Caveri

La svolta sarebbe potuta arrivare d'improvviso e penso sarebbe stato un Natale molto, molto diverso. Non so se avete seguito la questione: è stato chiamato "Oumuamua" e l'asteroide a forma di sigaro "avvicinatosi" a ventiquattro milioni di chilometri dalla Terra, sospettato di essere un'astronave aliena giunta nel nostro Sistema solare. Il gigantesco orecchio del "Green Bank telescope", il più grande radiotelescopio mobile al mondo, in West Virginia, è stato puntato per alcune ore verso l'asteroide per captare eventuali segnali prodotti da una civiltà extraterrestre. Ma il risultato è risultato negativo ed è stata una delusione, trattandosi del primo asteroide proveniente dall'esterno del nostro Sistema solare, che mai sia stato osservato.

Nello stesso filone sono andato, giorni fa, a sbirciare sul sito del "New York Times", dove figuravano alcuni filmati ufficiali, che davano valore al titolo con cui i giornali italiani avevano ripreso la notizia: "Il Pentagono ha indagato sugli Ufo". La novità è che, dopo decenni di balle... spaziali, c'erano finalmente delle immagini credibili girate a bordo di jet che riprendono strani oggetti con sottofondo, a commento, le voci preoccupate dei piloti militari. Sin da ragazzo ho letto il molto materiale che usciva nei libri sui "marziani" (termine caduto in fretta in desuetudine) ed oggi il Web raccoglie molte cose. Ma posso dire con serenità che mai c'è stata da queste masse di dati una qualsivoglia conferma, ma semmai si evidenziava sempre una qualche spiegazione "terrestre" e non "extraterrestre". Per cui quegli stessi oggetti "non identificati" dei filmati sopracitati potrebbero essere costruzioni umane, magari di armi molto avanzate, sinora segrete. Si sa che gran parte delle scoperte scientifiche sono avvenute per via degli studi e delle loro applicazioni pratiche per farci secchi gli uni con gli altri. Apro una parentesi. La grande astrofisica Margherita Hack diceva: «Credo del tutto probabile che ci sia vita in altri mondi abitati, ma credo anche che non avremo mai modo di incontrare un extraterrestre. Le distanze non ce lo permettono. In conclusione - diceva ancora - penso che siamo destinati alla solitudine. Ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a cercare!». Il suo famoso collega Stephen Hawking, da anni vittima di una sindrome che lo paralizzato e costretto sulla sedia a rotelle, è ancora più pessimista, nel caso in cui arrivassero davvero: «Avrebbero per noi lo stesso interesse che noi abbiamo per i batteri, e se ci andasse bene ci tratterebbero come Cristoforo Colombo trattò gli indigeni che incontrò nel nuovo mondo». Tesi pessimistica per altro rappresentata nella gran parte dei film di fantascienza che i mostri ci approccino nello spazio o arrivino sulla Terra. Raramente c'è un lieto fine oppure si resta con il fiato sospeso perché gli alieni respinti - per proseguire coi sequel - hanno solo girato l'angolo. Ma le rivelazioni di questi giorni confermano come gli americani - ma anche i russi pare abbiano notizie dai risvolti clamorosi che prima o poi usciranno - lavorino sul tema. Non si tratta di rendere veritiere le molte storie che giravano su quell'enorme area militare in Nevada, chiamata "Area 51", ma di un'attività chiamata "Advanced aerospace threat identification program" del Dipartimento alla Difesa. Chiuso ufficialmente da alcuni anni, il programma sarebbe costato ben ventidue milioni di dollari. La sede era al quinto piano dell'anello "C" del Pentagono. Non si capisce perché dopo aver raccolto materiale "scottante" si sarebbe dovuto chiudere il programma e come mai sia stato permesso ai giornalisti di accedervi. Qualche "ufologo" scrive - ma sull'equilibrio delle dichiarazioni non garantisco - che sarebbe un'uscita pilotata per abituare l'opinione pubblica a rivelazioni ben più corpose. Fatto salvo il fatto che l'unico oggetto volante misterioso in questi giorni dovrebbe essere la slitta di Babbo Natale, che scientificamente non sarebbe in grado di consegnare in breve tempo i regali ai bambini di tutto il mondo sia motivi di tempo ed anche perché la slitta mai reggerebbe il peso. Certo questa storia di avere chissà dove qualcuno con cui dialogare e confrontarsi trovo che sia un fatto stimolante, ammesso appunto che non ci facciano secchi tutti. Distruzione per altro - basta vedere lo stato della Terra ed i rapporti fra esseri umani - che temo l'Umanità sia in grado di fare da sola, senza bisogno del meteorite che avrebbe fatto sparire i dinosauri, o di una civiltà superiore che sbarchi sul nostro Pianeta, liberandosi di noi.