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23 ott 2017

In Politica non si finisce mai di imparare

di Luciano Caveri

Non faccio parte di quelli che si piangono addosso e cerco sempre nelle circostanze della vita di prendere il buono, anche quando bisogna cercarlo con il lanternino. Ma l'amarezza resta come un sapore cattivo in bocca in certi momenti ed è bene esprimerlo per evitare di macerarsi, esercizio davvero inutile. Sulla delusione ha detto lo scrittore catalano Carlos Ruiz Zafón: «Ci sono delusioni che fanno onore a chi riesce a viverle». E' vero tuttavia che scrivo in certe temperie con vivo dispiacere, perché ci sono passaggi che mettono a dura prova la propria fiducia verso gli altri, specie quando nelle cose si è investito sé stessi a beneficio di altri, che ne hanno goduto in qualche modo, mostrandosi poi inaffidabili e pure poco riconoscenti. Basta prendere atto di certo cinismo, perché quando si dimostra che si è stati partecipi di progetti che hanno poi preso strade sbilenche e non condivisibili, è davvero meglio guardare avanti, specie si è tenuta la propria posizione rispetto a posizioni di comodo altrui. Questo significa, non solo essere in buona fede, ma mantenersi coerenti con quanto sostenuto in passato, se rapportato all'insieme dei propri comportamenti.

Sia chiaro come non sia una questione di stile o di bon ton ma di sostanza e certi comportamenti se già si sono manifestati in certe circostanze torneranno prima o poi e questo mina ogni credibilità. Come si suol dire: chi la fa, l'aspetti... E' vero che non si finisce mai di imparare in questo nostro piccolo mondo, ma in fondo, carissimi valdostani, perché stupirsi in Valle d'Aosta della sesta Giunta regionale in cinque anni? Questo resta il migliore dei mondi possibili basta disfarsi dei gufi e di detrattori e darci dentro con il... "cambiamento". Parolina magica che dovrebbe esorcizzare il fatto che più che andare avanti si torna periodicamente indietro, come in un crudele gioco dell'oca. Ma la sostanza - così si pensa - può essere modificata con l'apparenza. Si è cambiata idea per l'ennesima volta e in molti storcono il naso? Ma sono degli ingenui: spostarsi di palo in frasca è il segno di un movimentismo sano e non certo di una patologia. Mutare colore come i camaleonti è sintomo di vitalità e bisogna essere febbrili, agendo tutto campo e ogni volta si tratta solo si trovare una buona giustificazione per il cambiamento. Anche se il popolo - considerato "bue" - rumoreggia, ma poi seguirà il flusso, basta solo dire quel che vuol sentirsi dire. Si tratta in particolare di persuaderlo che lo si fa nobilmente per la "causa" ed abbaccinarlo con promesse per un "Bengodi" che verrà e chi non lo capisce è fesso. Anzi peggio: è appunto traditore e peste lo colga con tanto di untori. E' il caso di chi come me poneva in passato e pone ancora oggi dubbi su certe operazioni, frutto di ghirigori noti ed occulti e figura perciò di default nell'elenco dei nemici da far insultare a qualche manovale della parola fra cattiverie e fake news. Killeraggio? No, operazione che ricorda metodi da arsenico e vecchi merletti, ma rassicuratevi non è un atteggiamento venduto così com'è: è rappresentato come tutto nuovo, tutto bello, tutto dinamico. Nulla sarà come prima e chi dice con realismo che tutto è come prima fa controinformazione. Certo quel che contava in soldoni ormai era realizzare una "pax armata" fra clan, fatta di amici ed amici degli amici. Non si capisce alla fine se si festeggia il ritorno del figliol prodigo o lo si incastrerà in una situazione nefasta: chi vivrà vedrà. Chi dissente sui metodi e sui contenuti di certa politica basta si mobiliti: disimpegno, mugugno, astensionismo e tutto l'altro repertorio simile risulta inutile, ma per fortuna una maggioranza di cittadini può al momento dovuto scegliere di reagire. E se il gigante si muoverà ci saranno belle prospettive.