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12 mar 2020

Dal Carosello al Buondì "assassino"

di Luciano Caveri

Appartengo ad una generazione plasmata dalla pubblicità, quando ancora si chiamava – alla francese - "réclame". In particolare dall'età della ragione fino al 1977 con puntualità la pubblicità televisiva fu incarnata dal "Carosello" (poi, da piccolo, come milioni di bambini, andavo a nanna). Ancora oggi mi capita - segno di massimo relax - di smanettare su "YouTube" alla ricerca di qualche compilation di quelle pubblicità e se mia moglie Mara sa tutto degli anni spot anni Ottanta e della pubblicità delle reti allora "Fininvest", io sono un pappagallo degli anni Sessanta - Settanta. Conosco andamento e motivetti: i prodotti arrivavano alla fine.

Traggo le origini dal sito carosello.tv, siamo domenica 3 febbraio 1957, ore 20.50 (io non ero ancora stato concepito): "Al termine del telegiornale si apre il teatrino di Carosello e con esso vanno in onda le prime quattro pubblicità della televisione italiana, la cui selezione era stata fatta tramite un'estrazione a sorte, che occupano i successivi dieci minuti del palinsesto. Si comincia con un cortometraggio della Shell Italia dal titolo "Per guidare meglio" in cui Giovanni Canestrini, giornalista esperto nel campo automobilistico, da consigli sulla sicurezza stradale. Segue la Saipo L'Oréal che presenta Mike Bongiorno in "Un personaggio per voi" in cui Mike intervista un personaggio noto consegnandogli al termine una confezione di prodotti per capelli della marca sponsorizzata. Si continua con il primo episodio della serie "Quadrante della moda" con Mario Carotenuto che pubblicizza le macchine per cucire Singer. Termina la prima puntata "L'arte del bere" con Carlo Campanini e Tino Bianchi per il Cynar. E' curioso notare come nel Radiocorriere, la rivista settimanale ufficiale della Rai che riportava i palinsesti radiofonici e televisivi, non fosse dato alcun risalto al debutto di Carosello". Prosegue la parte storica del sito: "Da quando andò in onda la prima puntata di Carosello niente fu come prima e le abitudini degli italiani vennero modificate per sempre. Nei suoi vent'anni di vita Carosello diffuse moltissime pubblicità creando decine di personaggi e macchiette che sono rimasti nella storia della televisione italiana, ma anche modi di dire entrati ormai nel linguaggio comune. Andò in onda regolarmente ogni sera alle 20.50, eccezion fatta per il 2 novembre e il Venerdì Santo. Ma ci furono altre occasioni in cui non andò in onda: la morte di papa Pio XII (9 ottobre 1958), la morte di papa Giovanni XXIII (3 giugno 1963), la morte di John Fitzgerald Kennedy (22 novembre 1963), la strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969): in quest'ultimo caso la trasmissione fu sospesa per tre giorni". E ancora: "Più di 30mila furono le scenette andate in onda e fu coinvolto gran parte del mondo del cinema e del teatro, non solo italiano; solo per citare qualche nome: Aldo Fabrizi, Totò, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Raffaella Carrà, Giorgio Albertazzi, Pippo Franco, Gianfranco D'Angelo, Renzo Arbore, Gianni Boncompagni, Abbe Lane, Orson Welles. Ma oltre ad attori in carne ed ossa, fu grande anche la produzione di cartoni animati: Angelino per il detersivo Supertrim della Agip, l'Omino coi baffi per la caffettiera Bialetti, il vigile Concilia e il Foresto per il brodo Lombardi, Ulisse e l'ombra per il caffè Hag, Svanitella Svanitè per la cera Liù, l'indianino Unca Dunca per Riello, Olivella e Mariarosa per l'olio Bertolli, Capitan Trinchetto per le Terme di Recoaro, i Cavalieri della Tavola Rotonda per Pavesi, Calimero per il detersivo Ava della Mira Lanza, Jo Condor e il Gigante amico per Ferrero e molti altri. Contemporaneamente nacquero i pupazzi animati: Topo Gigio, che esordì in pubblicità per i biscotti Pavesini, Carmencita e Caballero per il caffè Lavazza, gli abitanti del pianeta Papalla per i televisori Philco, l'ippopotamo Pippo per i pannolini Lines". Il 1° gennaio 1977 andò in onda l'ultima puntata di "Carosello" e in quel tempo tutto cambiò con l'avvento della televisione commerciale e la "Rai" che andò pur lentamente a rimorchio. Oggi gli spot sono brevi e persino brevissimi. Pensate all'annuncio del "Buondì Motta" che inflaziona in queste ore la Rete con la mamma e poi il papà uccisi da un meteorite mentre la bimba antipatica chiede garrula di avere una brioche mattutina, che poi sarebbe il "Buondì" (che da piccolo mangiavo...). Ebbene lo spot è di trenta secondi: a me fa ridere (il prossimo a morire sarà il postino) e il can can nato attorno alla storia dimostra che l'agenzia pubblicitaria - la "Saatchi and Saatchi" - con cui ho lavorato quando ero assessore al turismo e la Valle faceva ancora campagne pubblicitarie non spezzettate in mille rivoli e sotto soglia - ha centrato lo scopo di fare parlare del prodotto. Il "Buondì assassino" è irresistibile! Certo le lunghe storie del "Carosello" erano altra cosa, ma si tratta allo stato solo di nostalgie...