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30 dic 2015

Se il Natale è natale

di Luciano Caveri

Eccoti, Natale. Sei un lampo nel corso dell'anno che - come un sofisticato fuoco d'artificio di quelli che lasciano a bocca aperta - ha una lunga preparazione e poi lo spettacolo scoppiettante e luminosissimo passa in un battibaleno. Ma resti rassicurante, arrivi e torni, sospeso come sei fra il passato dai ricordi nebulosi sino al susseguirsi delle stagioni della vita, che ti trasfigurano secondo i momenti e quello che siamo. Ognuno ha un album mentale da sfogliare e ritrova tante cose, comprese persone importanti che non ci sono più, ma che oggi tornano alla mente e sono con te. Io oggi penso con affetto e gioia - non sia considerato un paradosso - a chi mi ha reso felice nei Natali del mio passato.

Per me Natale è doppia festa, visto che il 25 dicembre alle 20.10, nacqui di otto mesi nella vecchia "Maternità" di Aosta. Si vede che avevo fretta, a dispetto dei miei due chili e tre etti. Oggi sono 57 anni e la cifra fa già una discreta impressione in una vita che - per mia fortuna - è stata piena di momenti, sentimenti, persone, luoghi e spero di poterne vivere ancora tante di esperienze e di incontri. Ma come si sa «del doman non v'è certezza». Certo guardo alla politica con la passione di sempre, anche se in questo momento sono tornato in pieno al mio lavoro. Penso che l'impegno e la partecipazione siano importanti per la propria comunità e non mi sento buono per un "Museo delle cere" o per essere nei ranghi delle vecchie glorie. Ha ragione Zygmunt Bauman: «La nostra vita è un'opera d'arte - che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo - come ogni artista, quale che sia la sua arte - porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile». Trovo che sia bene memorizzare queste frasi e devo dire che per me saranno un punto di riferimento contro i rischi di diventare abitudinari e di farsene una ragione, quando invece è bene tenersi tonici, vigili e anche - bella parola questa - ribelli contro disonesti e imbecilli. Ma, per carità, oggi bisogna essere buonissimi e occuparsi più dei pensieri lieti e di certe emozioni che tornano, come l'impagabile gusto di aprire - vista l'ora in cui scrivo, questo vuol dire tra poco - un regalo di cui non sai per nulla il contenuto. E sono pietre preziose il sorriso e l'amore delle persone cui vuoi bene e dei figli che saranno il dopo di noi. Che il Natale sia con voi e con le vostre famiglie.