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30 dic 2015

Pensare a Betlemme

di Luciano Caveri

Il presepe è sempre stato, per me, il presepe, inteso come una "pietra angolare" del Natale. Oggi mi sono impigrito e, a parte il muschio raccolto in zona strategica del Col de Joux, dove l'umidità fa crescere delle autentiche praterie, ho una Natività semplice e stilizzata, da "pronto impiego". Sembra passato chissà quanto tempo dal rito di andare a prendere in cantina i pezzi del "presepe grande", appositamente inscatolato con le figurine avvolte dalla carta per poi, pian piano, ricostruire la scena classica della capanna con i figuranti in cammino. Quel che è davvero incredibile, pensando a quanto catechismo ho fatto, specie per la preparazione a Comunione e Cresima, è la constatazione che alla fine - nella semplificazione delle Sacre Scritture che viene operata per l'alfabetizzazione cattolica - mancano nozioni elementari di geografia che ci situino con esattezza gli scenari dove si sono svolte quelle vicende su cui si basano i fondamentali di questa nostra religione.

Basta guardare la "Treccani" su "luoghi sacri" e si capisce di che cosa intenda parlare e forse non sarebbe male spiegare, sin da subito, ai bambini dove si trovano i luoghi a fondamento del cattolicesimo. Cito l'Enciclopedia: «Sono considerati Luoghi dei cristiani quelle località della Palestina dove si svolsero la vita terrena e la predicazione di Gesù Cristo, soprattutto il luogo dell'Annunciazione a Nazareth, la grotta di Betlemme, la casa di Pietro a Cafarnao ed, a Gerusalemme, il cenacolo, il Getsemani, il Golgota con il Santo Sepolcro e il luogo dell'Assunzione sul Monte degli Ulivi. Essi furono oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi fin dall'antichità cristiana». Conseguente è scorrere che cosa si intenda allora per Palestina: «Palestina (ebraico "Pĕleshet", regione del Vicino Oriente limitata a ovest dal Mar Mediterraneo ed a nord dai contrafforti meridionali del Libano e dell'Antilibano, mentre incerti sono i confini dagli altri lati, nei quali si trapassa insensibilmente nelle zone aridissime del Deserto Siriaco, ad est, e del Sinai a sud. La vaghezza dei confini deriva dal fatto che la Palestina è difficilmente definibile come regione naturale: per un verso essa è parte di un più vasto complesso regionale siriaco-palestinese; per altro verso è un insieme di aree distinte per caratteri morfologici e climatici. Piuttosto, essa è una regione storico-antropica, e come tale ha subito variazioni di ampiezza nel corso del tempo a causa delle alterne fasi di avanzata e di regresso dell’insediamento lungo i margini desertici e delle complesse vicende politiche del territorio». E sin qui è tutto apparentemente facile, ma sappiano invece che non è così, perché sul piano politico il territorio comprende lo stato d'Israele e i territori che a seguito degli accordi israelo-palestinesi siglati tra il 1993 e il 2000, sono legalmente soggetti all'Autorità Nazionale Palestinese: purtroppo raramente terreno di pace, ma semmai terreno di sanguinosi scontri in un intrico di vicende drammatiche, che mai sembrano placarsi e che qui non ho tempo di esaminare. E' comunque un grumo di odio e dolore, che sembra far da contrasto con la sacralità di certi luoghi. Per altro, pensando solamente a Gerusalemme, non si può che constatare quanto certe radici di violenza siano davvero molto antiche. Da questo punto di vista, dando un’occhiatina storico-politica al Presepe (ho già scritto quanto certe vicende siano frutto di ricostruzioni ex post assai fantasiose) sarebbe bene ricordare proprio il destino di Betlemme, dove la comunità cristiana - un tempo florida - è pressoché scomparsa e ancora pochi mesi fa una chiesa cristiana è stata bruciata da estremisti islamici. Sarebbe non male ricordarsi come, in una certa indifferenza, questa persecuzione verso i cristiani sia ormai una costante in molti Paesi del mondo, con buona pace nostra che dovremmo scandalizzarci, se non nel nome della religione, almeno nel nome del Diritto e di quei principi costituzionali di libertà religiosa che in troppi Paesi del mondo non esistono, specie dove l'estremismo islamico applica la "Sharia" come unico punto di riferimento. E' bene pensarci, ma intanto: Buon Natale di cuore a tutti Voi!