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01 dic 2015

Venti di guerra

di Luciano Caveri

Ho già detto che la tentazione di questi tempi è quella di una sorta di astrazione zen, per tranquillizzarsi e non farsi spaventare dagli eventi, rispetto ai pur legittimi timori che si diffondono sui nostri destini personali e delle persone a noi care, oltreché delle comunità cui ci sentiamo di appartenere. Ma non esiste oggi una possibilità di chiamarsi fuori tanto i destini dell'umanità appaiono interconnessi e non esistono luoghi dove ripararsi e dunque meglio interessarsi a quanto avviene, chiedendosi banalmente che cosa si possa fare nel nostro piccolo, intanto per capire. Capisco, in questo senso, come autorevoli personalità abbiano talvolta parlato - e l'escalation del suo uso è evidente - della "Terza Guerra mondiale", ancora ieri con la storiaccia del jet russo abbattuto dai turchi.

Ormai è qualche anno che questa immagine, profezia, constatazione - secondo i diversi livelli di giudizio - si fa strada e dal suo impiego fra gli esperti è scesa ad un livello di vulgata. Lo si è visto con gli ultimi impressionanti avvenimenti legati al terrorismo islamico, ma basta fare un giro nel documentato sito guerrenelmondo.it per farsi accapponare la pelle e per capire in che razza di mondo siamo e preoccuparsi per una fibrillazione guerresca planetaria che sembra diffondersi come una pestilenza. Viene in mente quel "bellum omnium contra omnes", cioè