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26 ott 2015

Statale 26, meglio ridere che piangere

di Luciano Caveri

Sarà Piero Angela su "Quark" o forse Roberto Giacobbo su "Voyager" a risolvere con apposito reportage il fitto mistero? Mi riferisco al ponte sul torrente Cillian, a due passi da casa mia sulla circonvallazione di Saint-Vincent, dove ormai da sei mesi si apre e si chiude un cantiere dell'"Anas". All'inizio pensavo che fosse una straordinaria manutenzione: non ricordavo in tanti anni che ci fosse stato un intervento su un vecchio manufatto e, visti alcuni crolli in Italia su strade statali, mi ero ingenuamente convinto che ci fosse in corso una campagna (per altro in corso, sempre a singhiozzo, anche sul ponte sul Marmore alle gallerie della circonvallazione di Châtillon) di interventi per evitare situazioni analoghe. Della serie: meglio tardi che mai, vista l'abitudine italiana di piangere sulle sciagure e di lavorare poco sulla loro prevenzione. A pochi chilometri da lì, ad esempio, sulla statale incombono i roccioni della "Monjovetta" che prima o poi schiacceranno qualche malcapitato, come penso sarebbe facile capire dalle perizie geologiche.

Ma torniamo al mistero del cantiere di Cillian. Mi sono convinto - anche se forse sono influenzato dalle atmosfere dark dell'imminente "Halloween" - che ci sia qualcosa di diverso, forse più simile ai "Predatori dell'arca perduta", il celebre film di Steven Spielberg, dove si incrociano in diversi Continenti scoperte archeologiche clamorose per i destini dell'umanità. Sono qui che cerco di decriptare le date prescelte per aprire e mollare il cantiere per capire se c'entrino qualcosa le fasi lunari o forse le tempeste magnetiche del Sole, non escludendo che ci siano influenze dei Santi segnati sul calendario nei giorni in cui si rimettono in funzione i semafori per il senso unico alternato. Domenica ho visto i mezzi scaricare proprio il famoso semaforo, ma subito incappucciato, come in una storia massonica degna della penna di Umberto Eco. Era il giorno di San Luca evangelista, il cui simbolo è il vitello, animale sacrificale. Forse nelle menti di chi gestisce il cantiere c'era un legame esoterico con le "Batailles de Reines" in corso ad Aosta? Ma in verità il semaforo è stato rimesso in funzione il giorno di san Pietro d'Alcantara, noto per la vita di penitenza e di austerità, forse un segnale per i pendolari che viaggiano sulla Statale 26, i cui patimenti quotidiani sono il segno di sopportazione che devono dimostrare con forza e rassegnazione? Una parte del lavoro è stata svolta subito sotto il manto stradale e fin lì credo che ci sia poco da scoprire, se non che la durata del cantiere dimostra forse - avendo nella zona spesso notato degli arcobaleni - che esistesse il legittimo dubbio che ci fosse all'origine dell'iride qualche pentolone d'oro, come raccontano le leggende. Assai più misterioso è risultato il lavoro sotto il ponte di con appositi macchinari. Due le ipotesi: che si cercassero i resti di un secondo ponte romano, oltre a quello ben noto che si trova più a monte. Oppure, visti i ritrovamenti preistorici rinvenuti in tutta le zone vicine, che si potesse dubitare - in analogia con i recenti scavi nell'area di fronte all'ospedale di Aosta - di scoprire qualche antico cavaliere celtico. Questo giustificherebbe del tutto la minuzia degli interventi, che non dovrebbero ovviamente compromettere la salma con tutti gli oggetti connessi. Spero prima o poi di poterne sapere di più. Erano dei dubbi, a dire la verità, che mi erano già venuti quando si costruiva lo svincolo di Chambave, opera "Anas" di cui mi sfuggivano l'ampiezza e l'impatto. Ho poi scoperto da un amico appassionato di extraterrestri il busillis: vista dal cielo la figura che viene disegnata è un segno di amicizia per popolazioni aliene, che suona grossomodo come "Benvenuti in Valle d'Aosta".