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27 lug 2015

Come cambia il Club Med

di Luciano Caveri

Non appartengo alla categoria di quelli che tornano nei luoghi rassicuranti già lungamente vissuti, sia che ciò avvenga per una logica nostalgica alla "Amarcord" sia che capiti per una meccanica ripetitività, che ti fa fare oggi quel che hai più volte fatto in passato. Così per le vacanze. Non che io non abbia luoghi cult o meravigliosi ricordi, ma trovo che rimettere i piedi lungo le stesse tracce di un tempo rischia di rompere la magia di certe memorie, di creare un effetto struggente pensando ai tanti cambiamenti e alle persone che non ci sono più e di renderci persino ridicoli, perché ogni stagione della vita ha diverse esperienze e differenti ritmi. Confesso, ma mutando i luoghi prescelti per evitare appunto l'effetto déjà vu, che faccio eccezione periodicamente per il "Club Méditerranée", dove vado ogni tanto da quando ero poco più di un ragazzo. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e lo stesso Club - fiore all'occhiello dell'imprenditoria francese (anche se a un certo punto aveva un peso notevole la famiglia Agnelli) - ora è passato, "armi e bagagli", ai cinesi, dopo un braccio di ferro con un imprenditore italiano, anche se per ora il gruppo dirigente resta francese e la sede a Parigi.

Pare che questo significherà in particolare un'espansione in Asia e mi auguro che questo non vorrà dire un'invasione di cinesi nei Club del nostro emisfero, altrimenti non ci andrei più per una serie di evidenti ragioni di incompatibilità. Sono un fautore della ricchezza delle diversità culturali e vorrei visitare tutti i Paesi del mondo, ma non così ipocrita da far finta di niente quando certi usi e costumi - miei e loro - stridono nella convivenza in un luogo terzo. Qui potrei aprire una parentesi sulla "Chinatwon" che si sta sviluppando attorno al Casinò di Saint-Vincent, ma è una storia diversa. Cosa si nota nei Club di oggi rispetto al passato? Una prima constatazione è d'obbligo: quando i Club sorsero, le location erano esclusive perché quasi sempre frutto pionieristico di operazioni di vera e propria politica internazionale dei vertici del "Med". Oggi i Club sono attorniati da altre strutture che sfruttano i medesimi luoghi e si può dire che i francesi hanno fatto da lepre, lanciando località che poi hanno seguito propri percorsi di sviluppo. Questa circostanza può essere oggetto di qualche rimpianto. La seconda: i Club nascono per i giovani e fu agli albori una rivoluzione nel turismo, che seguiva l'evoluzione - direi in parte sessantottesca - dei costumi. Per lungo tempo questa carica di allegria alternativa al vecchio turismo con divertimento al limite del trasgressivo, una certa licenziosità e un clima caciarone e informale creava un mix irripetibile. Ovvie possiamo evocare le ricopiature e le caricature e lo stesso modello originale è pian piano cambiato. I single dei primi Club hanno messo su famiglia e così il Club si è adeguato. C'è chi si è fatto i soldi e il Club si è adeguato. C'è chi voleva più sport e il Club si è adeguato anche con l'offerta dello sci. Così l'offerta si è differenziata e si è fatta mondiale, ma l'arrivo dei cinesi e la moria di prestigiosi operatori turistici (penso ad "HotelPlan" con cui avevo fatto dei bei viaggi) dimostrano che più ci si allarga e più è difficile stare in piedi. Oggi quel che colpisce nel Club è la percentuale crescente di persone dei Paesi ospitanti un tempo fuori dal circuito (per cui turchi in Turchia, marocchini in Marocco e via di questo passo), com'è giusto che sia e ciò rende meno artificiale il Club che ha avuto sempre la caratteristica di essere "chiuso". Poi esiste lo straordinario fenomeno delle persone molto anziane, in genere danarose, che avevo già visto tale e quale a "Disneyworld" in Florida: avevano vent'anni o ancor meno agli inizi del Club e oggi viaggiano soli e in coppia verso gli ottant'anni, ma sono fermi ad allora anche con le loro mise sgargianti e aria glamour, pur con qualche evidente acciacco, oppure tornano sulle tracce del passato con i nipotini cui badare scaricati loro dai genitori. Questi "aficionados" sono in fondo un pezzo di vivente antiquariato, fonte inesauribile di aneddoti dei Club Med d'antan. Ah! il "come eravamo"...