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29 gen 2015

Strade senza sale

di Luciano Caveri

Bisogna sperare che nevichi o che non nevichi? Per quel che mi riguarda non ho dubbi: ho la fierezza di essere un abitante delle Alpi e come tale amante della neve in tutte le sue espressioni. Sin da piccolo, se si ha la fortuna di nascere e crescere in un periodo nevoso, com'è capitato a me dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso (che fa sempre impressione scriverlo), questa strana cosa fa parte di te. Dico strana cosa perché è straordinario vedere un bambino (ma vanno guardati con simpatia anche cani e gatti) quando "scopre" per la prima volta la neve e ci sono scene tenere e buffissime. Poi, crescendo, ti abitui alla neve in tutte le sue versioni possibili e la familiarità acquisita diventa viva nostalgia quando capitano anni balenghi in cui non ci sono le nevicate sperate.

Certo che la neve ha altri lati della medaglia. Ricordo un anno in cui capitai in autostrada in un ingorgo mostruoso a due passi dall'uscita autostradale di Châtillon e restai in coda per ore, mentre la benzina nel serbatoio stava finendo. Ricordo quando, al rientro da un bellissimo Capodanno, con amici imperiesi, il guidatore perse il controllo della sua "500" lungo strada della Val d'Ayas e ci trovammo sull'orlo del precipizio con la macchina. Ricordo, di male in peggio, i morti sulle valanghe, quando ero un giovane cronista, e restavo stupefatto le prime volte dalla potenza distruttiva e omicida di valanghe e slavine. Ricordo i rischi della neve primaverile che, meravigliosamente dura, ti spinge a sciare, come mi è capitato talvolta da ragazzo, in luoghi impervi dove poi fatichi a uscire dai guai. E però c'è anche il verso giusto. Il brivido della discesa in neve fresca in un pendio intatto e "tutto tuo". Restare bloccati in casa da una nevicata epocale con gli amici giusti e senza problemi di provviste o di doversi muovere. Il romanticismo di una passeggiata con le ciaspole sotto i fiocchi di neve. La guida di notte, in salita verso il Col de Joux, con due muraglioni di neve che ti proteggono ai lati. Le nevicate che hanno coinciso con la nascita di due dei miei figli, che riaccompagni a casa con il cuore che ti batte forte dalla gioia. I pupazzi di neve, quando sono cresciuti, e ti bei del loro stupore per quella carota infilata come naso e il cappello messo in testa al babaccio. E così quando riscopri il gusto di tirarsi le palle di neve e ti viene in mente il cortile della scuola a Verrès quando sembravamo "I ragazzi della via Pal". Oggi, in realtà, la polemica è più terra a terra e riguarda il fatto di come si debbano pulire le strade: la Valle d’Aosta, dopo aver chiesto il sale per pulire le strade a chi aveva vinto l'appalto dello sgombero neve e in funzione antighiaccio, pare avere fatto un passo indietro, dando istruzione di tirare la cinghia e risparmiare proprio sul sale. Per cui, in questo caso, par di capire che sarebbe meglio non nevicasse (scherzo, naturalmente). Si tratta solo di avvertire con chiarezza noi automobilisti. Ricordo anni fa, in Repubblica Ceca, una trasferta nella zona montana di Liberec, dove si sono svolti anche i campionati Mondiali di Fondo. Restai stupefatto da una scelta ben chiarita: non avevano i soldi per pulire le strade e dunque bisognava muoversi solo se era il caso in occasione di grandi nevicate e soprattutto bisogna essere super equipaggiati non solo sulla proprio mezzo (antineve, catene, pale), ma bisognava avere con sé anche il necessario per eventuali imprevisti. Roba rustica ma con logica da "patti chiari amicizia lunga". Idem nel vicino Canton Vallese, dove l'uso del sale, per non rovinare le strade, è sempre stato limitato e comunque le strade, anche dagli spartineve, non vengono mai ripulite sino all'asfalto, partendo dal presupposto che chi viaggi d'inverno deve saper guidare sulla neve ed avere le attrezzature necessarie. Resta inteso, a Est come in Svizzera, che se vieni beccato senza l'equipaggiamento previsto e crei code o ingorghi per la tua insipienza, nessuno chiude un occhio, ma ti puniscono con severità. Penso che anche da noi, a fronte di strade "difficili", ci vorrebbe polso di ferro. Auspico che le diverse autorità, Regione, "Anas" e Comuni (che soffrono di tagli di bilancio che rischiano di riverberarsi sulla pulizia delle strade in caso di neve), ci facciano cortesemente sapere che cosa ci dovremo aspettare sulle strade. Anche perché leggo che la settimana prossima sarà "artica".