Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
16 feb 2014

Scorrerà il sangue o forse no...

di Luciano Caveri

Bisognerebbe fare come si fa, in premessa, a certi capitoli nei libri, con l'uso di frasi evocative, quasi antefatto ai propri pensieri. Eccola, dunque: «La politique, même la plus généreuse, n'est pas affaire de bons sentiments». (Jacques Attali) Il che varrebbe già un titolo, che è la chiusura di un'epoca, cui si deve la nascita di un concetto finalmente sepolto: basta con il "buonismo"! Allora potrebbe tornare utile una seconda frase in premessa: «I buoni fanno un gran male al mondo. Certamente il maggior male che fanno è quello di dare tanta importanza al male». (Oscar Wilde) Certo la politica italiana, non fosse per le ricadute reali sulla nostra vita, sarebbe persino appassionante per i suoi rivolgimenti, alti e bassi, amicizie e inimicizie. Ogni volta, in una velocizzazione degli eventi che sembrano le vecchie comiche al ritmo accelerato, c'è di che stupirsi, come con mirabolanti fuochi d'artificio, anche per chi ne ha visti parecchi nella sua - spero onorata - carriera. In questo senso, mi fa piacere che un'aneddotica ormai vasta sul soggetto faccia parte del mio repertorio di cena con amici. «Venghino, Signori!». Chissà, in questo filone del thriller con venature comiche, cosa capiterà, fra poche ore, nella Direzione del Partito Democratico fra Enrico Letta e Matteo Renzi. La tregua armata non è durata, come prevedibile e, con le note del "Buono, il brutto e il cattivo", i due pistoleros del centrosinistra si affronteranno per la sfida finale. Sinora nelle previsioni mi è andata bene e avevo previsto che l'idillio sarebbe durato poco. A Letta non piaceva Renzi con il fiato sul collo ed a Renzi stava stretta una leadership con diverso inquilino a Palazzo Chigi. Ma ora sugli eventi, che pure andranno in scena tra poco, sono indeciso: potrebbe scorrere del sangue e, in quel caso, la testa nel cesto della ghigliottina sarebbe quella di Letta. Oppure, come in un lieto fine da film polpettone romantico o da pellicola di quelle con l'asteroide che deve distruggere la Terra, i due - in onore della comune, antica militanza scudocrociata - troveranno una "entente cordiale" (in romanesco "volemose bene") e finirà a tarallucci e vino. Propendo per quest'ultimo scenario, ma non scommetto niente, esistendo una vasta area di rischio. Comunque vada, viviamo in un Paese ormai cinico e baro, dove la fiducia nella politica - come si diceva un tempo con una battuta - equivale alla percentuale dello "stronzio" (noto metallo alcalino-terroso) nell'acqua minerale. Dunque tutto quel che avviene è "double face": un bene e un male, ognuno può scegliere il lato che preferisce.