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15 dic 2013

Essere montagna

di Luciano Caveri

Capisco che le giornate internazionali ed europee sono diventate come il prezzemolo, anche se periodicamente le metto lo stesso nei miei Tweet qui a fianco, perché fanno pensare per un attimo ad un certo argomento. Ma oggi, un po' più per esteso, non posso non occuparmi dell'odierna "Giornata internazionale della montagna", nata nel filone di quanto deciso nel 1992, quando ci fu l'adozione del capitolo 13 dell'Agenda 21 "Managing fragile ecosystems: Sustainable mountain development", in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo, pietra miliare nell'attenzione per le montagne del mondo. E' stata poi l'Assemblea generale delle Nazioni Unite a dichiarare il 2002 "Anno internazionale delle montagne", quando ebbi l'onore di presiedere il Comitato italiano. In quell'anno l’Assemblea generale dell'ONU aveva designato l'11 dicembre di ogni anno, a partire dal 2003, quale "Giornata internazionale della montagna". Mi fa piacere ricordarlo con gioia e con mestizia. La gioia sta nel riflettere sul fatto che la Valle d'Aosta è una Regione di montagna per conformazione geografica, evidente nella sua orografia. Questa è una caratteristica esemplare che si è riflessa in tutta la storia della nostra comunità e nella stratificazione culturale conseguente. E' naturale, dunque, che le nostre istituzioni e il patrimonio giuridico proprio siano il riflesso della montagna in cui siamo immersi. E' una dimensione che ci pone in connessione con diversi livelli. Il primo è la prossimità con i territori montani attigui, cui la profondità di comunanza non può essere scalfita dalle frontiere rigide per un certo periodo di tempo, destinate sempre più ad ammorbidirsi fino all'agognata scomparsa definitiva. Il secondo è il vasto territorio alpino, di cui siamo una porzione, in una logica di forte continuità e grandi somiglianze. Vi è poi il ponte evidente, in una logica statuale, con le altre montagne italiane e la dimensione europea, specie pensando al peso crescente della legislazione comunitaria. Infine vi è il mondo e tutti i popoli di montagna, che compongono un interessante mosaico e dovrebbero essere i primi protagonisti della giornata a loro dedicata. La mestizia: per alcuni anni la Valle d'Aosta è stata compartecipe al dibattito in Italia e in Europa sull'argomento, dando un contributo anche al confronto più vasto gestito dalla "Fao", l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. Oggi resta poco cosa, direi un segnaposto messo ogni tanto in qualche tavolo: un vero peccato non "ad personam", verso chi come me ha speso molte energie, ma verso un ruolo che, pur piccoli come siamo, sarebbe stato interessante continuare a giocare. Così non è, purtroppo.