Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
28 nov 2013

Se il carisma svapora

di Luciano Caveri

Quando vado a rileggere certe mie riflessioni nel tempo su Silvio Berlusconi non si può non notare come, in quanto ho scritto nel flusso della quotidianità, il suo declino sia stato, con il senno di poi, un lentissimo avvicinarsi al precipizio. E' vero, però, che ci sono stati momenti in cui lo avevo già dato per morto (politicamente), ma, ogni volta, il Cavaliere - anche nelle circostanze più avverse - ha dimostrato una vitalità incredibile. Così, al momento buono e cioè quello del voto, ha saputo sempre tirar fuori la capacità di raccogliere consensi, come nessun altro poteva essere in grado di fare. Si aggiunge anche, per il centrodestra, che sul suo patrimonio personale sono gravati i costi enormi della macchina organizzativa e della propaganda politica e chi oggi vuole prendere il suo posto dovrà fare i conti (in euro!) anche con questo aspetto. Vi è poi la circostanza, che sinora ha fatto comodo agli ex odierni, di una potenza di fuoco del Cavaliere nel settore dei media, che è in grado di montare campagne stampa che fanno male e che oggi vengono semplificate con il "caso Boffo", dal nome dei direttore di "Avvenire", che aveva dettato una linea antiberlusconiana sul suo giornale, e che venne fatto a pezzi per aspetti della sua vita privata. Ma il tempo passa per tutti e anche la forza della politica carismatica, che è legata a meccanismi di fascinazione dell'opinione pubblica, è destinata prima o poi ad esaurirsi e la farsa della grazia presidenziale, bocciata dal Quirinale, ha confermato una scarsa lucidità. C'è un giorno in cui anche il leader di sempre - perché i cyborg non esistono - finisce per apparire vecchio e logoro, incapace del colpo di reni che lo ha sempre salvato. Quando certe maschere cadono, emerge la realtà fatta di affarismo e debolezze umane e quel che sembrava splendente come l'oro mostra il volto grigio della realtà. Troppo spesso dietro al carisma, specie quando diventa l'unica ancora di salvataggio utile nelle circostanze negative, c'è il vuoto delle idee e delle proposte e il leader carismatico crolla miseramente. Berlusconi si gioca, in queste settimane, il suo futuro politico, che pure deve fare i conti con la sua età. Alternando toni patetici e dichiarazioni di guerra, Berlusconi - e noi con lui - ci prepariamo a vedere quali conseguenze avrà la famosa decadenza dal Senato di questa settimana, che è l'atto finale di una parte delle intricate vicende giudiziarie. Un complesso di storie che ruotano sia attorno al mai risolto conflitto di interesse di magnate della televisione e dell'editoria e di uomo di Governo sia attorno ai vizi privati che in una personalità pubblicola non possono essere coperti dalla privacy. Non fosse altro che le due personalità - la pubblica e la privata - nel Cavaliere hanno finito per essere indistinguibili. Mentre al centro i democristiani di Pierferdinando Casini, gli ex "montiani dc" e l'inossidabile "Comunione e Liberazione" (in Valle d'Aosta legata all'Union Valdôtaine, finché dura...) cercano spazi propri nel popolarismo (povero Don Luigi Sturzo), la destra si trova alla ricerca dei nuovi equilibri, incarnati per ora dallo stesso Berlusconi e dal suo ex delfino Angelino Alfano. Ne vedremo delle belle.