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27 ott 2013

Una storiella esemplare

di Luciano Caveri

La cronaca politica offre sempre spunti nuovi, in questo clima ben strano, pieno di attese e come sospeso, in cui è bene fare attenzione. Talvolta quanto avviene sembra il teatro dell'assurdo o una pochade, ma forse è solo una tragedia. E' la prima volta che una società partecipata al cento per cento minaccia di azioni legali un consigliere regionale. Lo ha fatto la "Casino de la Vallée SpA" contro Laurent Viérin: il Consiglio Valle ha dovuto ricordare che i consiglieri sono "coperti" da norma statutaria di rango costituzionale per le opinioni espresse. Penso che così si sia chiusa la vicenda, ma resta da chiedersi quale logica sottenda le "azioni difensive" del Casinò. Ma devo dirvi che esiste un precedente, che è utile punto di riferimento, pur nella differenza degli scenari. Quando un consigliere d'amministrazione, espresso dalla Regione (dalla Giunta, per essere esatti) presso la società autostradale "Rav" - tal Omar Vittone - denunciò me, allora consigliere regionale di maggioranza, e Raimondo Donzel, consigliere di opposizione, per le critiche espresse per la sua nomina. Le nostre posizioni negative sulla scelta erano state raccolte dalle pagine regionali de "La Stampa", che aveva segnalato anche, con diversi propri giornalisti in differenti articoli, la personalità multiforme del prescelto (si raccontava, fra l'altro, della sua appartenenza al ben noto gruppo ex "Gladio"). La scelta aveva la paternità del presidente Augusto Rollandin, che sembrava, a un certo punto, voler ritirare la designazione, ma poi non lo fece. Tutti venimmo querelati per diffamazione, compreso Mario Calabresi, direttore del quotidiano torinese. Io che cosa avevo detto? Un semplice virgolettato: «E' un personaggio estremamente discutibile». Lo avevo sostenuto non solo nell'intervista al giornale, ma anche - con pezze di appoggio - al Gruppo dell'Union Valdôtaine e anche in un colloquio personale con il presidente Rollandin, che evidentemente - visto l'esito della nomina - non venne scosso nella stima per il suo "prescelto", che in seguito, malgrado la poltrona ottenuta comunque, querelò. Il pubblico ministero di Torino, dottor Enrico Arnaldi di Balme, che aveva ricostruito i fatti, aveva, alla fine dell'indagine, chiesto l'archiviazione. Vittone decise di ricorrere, e, nel giugno scorso, il Giudice per le indagini preliminari Maria Francesca Christillin gli ha dato torto, archiviando, con un'ordinanza esemplare, inquadrandolo con nettezza nei diritti di cronaca e di critica. Decisione che fa giurisprudenza e sarà utile per il futuro in casi simili. Renderà più agevole esprimersi senza remore per le prossime infornate di nomine, che si profilano all'orizzonte e che immagino già - come se fossi un chiromante - faranno discutere. Morale della morale. Qualcuno dal Governo regionale ha censurato questo interventismo di un rappresentante della Regione in una società autostradale contro giornalisti e consiglieri regionali? Non mi risulta e trovo il fatto assai negativo. Ora - solo con la minaccia e non ancora con una denuncia formale - c'è chi sembrerebbe voler mettersi in scia. Strana storia, degna di una riflessione.